Varese | 7 Novembre 2018

Abrogata la LIA in Ticino: Confartigianato chiede chiarezza per le imprese italiane

La controversa legge svizzera sulle imprese artigianali è stata abrogata dal Gran Consiglio, ecco la reazione dei presidenti di Confartigianato di Varese e Como

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La controversa LIA, Legge sulle imprese artigianali entrata in vigore in Canton Ticino nel febbraio del 2016, è stata abrogata ieri dal Gran Consiglio cantonale.

La legge, nata allo scopo di porre un freno alla concorrenza delle ditte italiane, è stata soppressa dopo un lungo dibattito, che ha visto in conclusione 47 voti a favore, 11 contrari e 13 astenuti.

Si tratta di un provvedimento atteso dopo che il Governo di Bellinzona, con un documento formale, aveva chiesto al Parlamento Ticinese di intraprendere i passi necessari per mettere la parola fine a una norma che, negli anni, è stata oggetto di contestazioni e di prese di posizione da ambo le parti del confine.

“In questi anni le imprese italiane di piccole e medie dimensioni hanno rispettato sempre, seppure con notevoli difficoltà, una norma che ha richiesto non solo l’iscrizione, a titolo oneroso, all’apposito albo cantonale ma anche la certificazione di una serie di requisiti particolarmente stringenti”, fanno sapere i presidenti di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli e l’omologo di Confartigianato Imprese Como, Marco Galimberti, anche in sinergia con Confartigianato Lombardia.

“A questo punto ci aspettiamo massima chiarezza da parte delle autorità ticinesi nel chiarire tutte le modalità per il lavoro oltre confine in modo chiaro e non eccessivamente rigido nei confronti di aziende rispettose delle norme e che, già oggi, in otto casi su dieci vengono sottoposte a rigorosi controlli”, proseguono i presidenti.

Libero mercato, insomma, rispetto reciproco e massima disponibilità al dialogo transfrontaliero. Restano, invece, tutte le incognite relative al nuovo albo di cui si ipotizza a questo punto l’istituzione, che si spera possa maturare in condizioni differenti e con premesse diverse rispetto all’attuale.

“Chiediamo infine, da parte del Cantone Ticino, chiarimenti in merito a quanto versato in questi anni da parte delle imprese per l’iscrizione all’albo Lia affinché non si configurino disparità di trattamento tra le piccole e medie imprese e le grandi industrie”, concludono i rappresentanti di Confartigianato.

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