Varese | 16 Settembre 2018

“Alla scoperta del Tibet”: ospite a Varese il rappresentante del Dalai Lama

Il Circolo Ra Ca’ dur Barlich ha ospitato nella serata di venerdì Ngodup Dorjee, Rappresentante del Dalai Lama e del Governo Tibetano in Esilio in Europa

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Una serata per conoscere l’anima profonda dal Tibet, incontrando uno dei più stretti collaboratori del Dalai Lama.

Il Circolo Ra Ca’ dur Barlich, in collaborazione con l’Associazione Culturale Terra Insubre, ha ospitato nella serata di venerdì 14 settembre, a Varese, Ngodup Dorjee, Rappresentante di Sua Santità il Dalai Lama e del Governo Tibetano in Esilio in Europa Centrale e Orientale, in occasione dell’evento “Alla scoperta del Tibet”.

Ngodup Dorjee è responsabile dell’ufficio del Tibet con sede a Ginevra, nella Confederazione Elvetica, come filiale del Governo Tibetano in Esilio (Tibetan Central Administration), che si trova a Dharamsala, in India. Durante la serata, il Rappresentante del Dalai Lama è stato intervistato da Claudio Cardelli, Presidente dell’Associazione Italia Tibet, profondo conoscitore della cultura di questo straordinario Paese. Quindi, l’editore Adolfo Morganti ha fatto un approfondimento sulla cultura tibetana e del rapporto tra Italia e Tibet, attraverso alcuni autori come Orazio della Penna, Desideri, Maraini e soffermandosi in particolare su Giuseppe Tucci.

La Casa Editrice “Il Cerchio di Morganti” ha recentemente pubblicato il testo di questo autore, “La Pittura Sacra del Tibet”. Era presente anche il Deputato leghista Matteo Bianchi.

Il libro. “La Pittura sacra del Tibet”costituisce uno degli studi più approfonditi sull’arte tibetana mai scritti fino ad oggi, concentrando la propria attenzione su una delle forme più tipiche di espressione artistica tradizionale tibetana, i rotoli dipinti a soggetto sacro definiti in tibetano “thanka”.

La ripubblicazione di “Tibetan Painted Scrolls” in traduzione italiana, in una versione resa possibile solamente dalle più aggiornate tecniche editoriali, oltre che un dovuto tributo alla figura del grande Orientalista maceratese Giuseppe Tucci in occasione del 30° anniversario della Sua morte (1984-2014) ed alla Scuola orientalistica italiana che tanto ha contribuito nel corso del XX secolo a render possibile la reciproca conoscenza e confronto fra le culture di Oriente ed Occidente, assume oggi il valore di una difesa e promozione della Cultura tradizionale del Tibet minacciata di estinzione, ed un indiscusso valore editoriale e scientifico di caratura internazionale.

L’autore. Giuseppe Tucci (Macerata 5.6.1894 – San Polo dei Cavalieri, Roma 5.4.1984), è stato uno dei  più grandi studiosi delle civiltà dell’Oriente del XX secolo. Studioso e profondo conoscitore della filosofia cinese e indiana classiche, a partire dagli anni ’30 del XX secolo guidò numerose spedizioni scientifiche e archeologiche in Iran, Afghanistan, Pakistan, Nepal e soprattutto in Tibet. Nel 1933 dette vita all’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO, divenuto IsIAO, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente nel 1995, che diresse fino al 1978 (dal 1947 ne fu il Presidente). Autore di una immensa quantità di pubblicazioni (saggi, monografie ma anche articoli dispersi sui più vari periodici) di grande valore sul piano scientifico ma anche spesso di attraente fascino letterario, compendiò le sue ricerche sul Tibet in due famose opere: Indo-tibetica, 4 voll. in 7 tomi, Reale Accademia d’Italia, Roma 1932-1941, e appunto Tibetan Painted Scrolls, 2 voll. in folio e una cartella con 256 tavole in bianco/nero e a colori., Libreria dello Stato, Roma 1949, da anni del tutto esaurita ed introvabile.

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