Luino | 21 Agosto 2018

“Anas ha certificato la sicurezza, ma ci sono carenze manutentive sul ponte tra Luino e Colmegna”

Ad affermarlo è con una lettera l'attivista pentastellato luinese Giorgio Bosoni che commenta la situazione. "Nessun intervento previsto nell'immediato"

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Dopo la richiesta di maggiori chiarimenti, inoltrata dal gruppo dei grillini luinesi al sindaco di Luino Andrea Pellicini, di cui abbiamo parlato nella giornata di ieri, rimane alta e si rinnova l’attenzione dei Cinque Stelle rispetto a quanto emerso dall’osservazione di un tratto della SS394, tra Colmegna e Luino.

Grazie agli scatti di alcuni lettori, realizzati da un’imbarcazione di passaggio accanto all’area in oggetto, il dibattito sul livello di sicurezza del ponte che collega le due località lacustri si è riacceso, complice la presenza di un nuovo elemento di sostegno, in aggiunta a quello già presente, al centro di polemiche e perplessità negli scorsi mesi, ma anche in virtù del forte impatto emotivo generato dal dramma che ha colpito Genova con il crollo del ponte Morandi.

Fattore quest’ultimo che interessa senza dubbio anche la seconda presa di posizione dei pentastellati, che giunge a poche ore di distanza dall’appello ad ulteriori delucidazioni e porta la firma dell’attivista Giorgio Bosoni. L’esponente grillino luinese, dopo una riflessione sul rapporto tra istituzioni, cittadini e bene pubblico, riparte quindi dagli aspetti manutentivi inerenti la struttura per cui Anas ha da tempo previsto lavori di ripristino, ad oggi non ancora eseguiti.

Riportiamo di seguito in forma integrale il contenuto del suo messaggio.

Non sono riuscito a provare rabbia e sorpresa per quanto successo a Genova, solo rassegnazione. Percorrendo le strade d’Italia, o semplicemente osservando il contesto in cui viviamo, tutti ci possiamo accorgere dello stato di incuria e di abbandono in cui versano le opere pubbliche nel nostro paese.

Basta varcare il confine elvetico per capire che da noi il concetto di bene pubblico non esiste, non è condiviso. Un esempio per quanto riguarda le responsabilità della società civile è la leggerezza con cui la parte più inutile si dedica all’abbandono dei rifiuti (non che gli organi amministrativi siano meglio, e gli episodi non si contano più).

Ma ci sono aspetti che trascendono l’educazione civica e illuminano il sistema della responsabilità civile, quello che la macchina amministrativa nazionale, in tutti i vari livelli di competenza, è stata capace di creare e gestire negli anni, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Anche se tutti siamo coscienti di quanto sia rischioso vivere in Italia, a causa del sistema con cui le classi dirigenti si selezionano col pilota automatico, quello che infastidisce maggiormente è il processo di auto assoluzione che attuano ogni qualvolta siano causa di sciagure, che ormai avvengono a cadenza quasi quotidiana.

Hanno ottenuto con indomabile accanimento, soprattutto negli ultimi vent’anni, risultati vergognosi in riforme vitali per il paese, come quelli relativi al codice di procedura penale, per cui in Italia, dallo scippatore al criminale di mafia, nessuno più sconta la sua pena, perché si è cancellato il reato o perché si è cancellata la pena stessa.

Scusate la premessa ‘giustizialista’ ma da noi il ‘garantismo’ è stato tradotto dal main stream in ‘filo criminalismo’: più sottrai al bene comune, più sei riconosciuto innocente e comunque non sconterai nemmeno la minima pena qualora prevista.

Colgo l’occasione per segnalare un fatto che ha scosso la tranquillità dei luinesi, sulla scia emotiva determinata dal crollo del ponte Morandi a Genova. Dal 14 agosto (giorno dell’incidente, ndr), sui social si raccolgono segnalazioni di ponti e viadotti che in alcuni casi sono davvero incredibili, documentate con immagini e filmati che ottengono effetti esplosivi nella coscienza dell’osservatore. Uno di questi riguarda il viadotto che si trova tra Luino e la galleria di ingresso a Colmegna.

La prima segnalazione è dello scorso anno. Allora il sindaco Pellicini subito chiese chiarimenti ad Anas, responsabile della tratta. La risposta fu che il ponteggio serviva per poter monitorare parti esterne della capriata, altrimenti inaccessibili dal piano viario. Le persone dotate di un minimo di esperienza in costruzioni e allestimento di ponteggi, commentarono da subito con sarcasmo ed incredulità la misura adottata dall’ente, per altro riferendosi esclusivamente al ponteggio.

L’aspetto più macroscopico che invece le immagini ancora oggi certificano è come al solito l’incuria, la carente manutenzione che sta corrodendo in modo lento le carpenterie metalliche, come le parti più esterne, dalla base dei pilastri. Inoltre le gabbie in rete metallica e pietre, strutture di contenimento alla base, sono decomposte o mancanti. Anas certifica la stabilità e la sicurezza del ponte, ma le evidenti carenze manutentive implicheranno costi molto maggiori per riparare la struttura, rispetto a quanto costerebbe una minima manutenzione costante.

La scusa che viene regolarmente addotta è la mancanza di fondi, la carenza di organico e il regolamento degli appalti che è farraginoso e di lenta applicazione. Per cui niente è previsto nell’immediato. E anche i luinesi incrociano le dita.

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