Varese | 18 Maggio 2018

UniVa, centrale dei rischi e fintech: la finanza d’impresa passa da qui

La reputazione del debito è centrale anche per le imprese che vogliono accedere, con l’aiuto di ConfidiSystema!, alle nuove opportunità offerte dalla finanza digitale

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C’è un luogo che raccoglie e custodisce le informazioni sui livelli di debito di tutte le imprese italiane ed è la Centrale dei Rischi, il sistema informativo gestito dalla Banca d’Italia finalizzato all’acquisizione di informazioni sull’indebitamento della clientela di banche e intermediari finanziari. Sono proprio queste ultime a inviare mensilmente dei report alla Centrale dei Rischi riguardanti la propria clientela per esposizioni superiori ai 30 mila euro. Non solo banche, ma anche Confidi e società di leasing, tanto per fare altri esempi.

Avere una Centrale dei Rischi “a posto” è, dunque, fondamentale in ogni rapporto con una banca. “Prima di decidere se erogare un finanziamento oppure no e a quali condizioni, la banca si informa sempre sulla situazione dell’azienda accedendo a questo grande contenitore che fotografa ogni situazione”, ha spiegato alle imprese varesine Carlo Morichini, Direttore di Credito Impresa, l’agenzia in attività finanziaria del Sistema Confindustria, che mette a disposizione delle imprese le opportunità di credito offerte da “Confidi Systema!”. “Ogni banca ha un proprio metodo di assegnazione dei rating alle imprese. Ma una cosa è certa: l’analisi della gestione dell’indebitamento viene fatta attraverso lo studio delle informazioni contenute nella Centrale dei Rischi. Informazioni sull’andamento del credito che agli occhi degli istituti contano sempre di più, anche rispetto ai dati che possono raccogliere attraverso i bilanci della singola azienda”.

Meglio dunque tenerne conto, controllare ciclicamente quale sia l’immagine della propria azienda che emerge dalla Centrale Rischi, prima che lo facciano altri e per mettersi al riparo da sorprese. Questo il consiglio offerto alle aziende che hanno partecipato al terzo incontro del ciclo 2018 degli “Approfondimenti di Finanza – Scuola d’Impresa” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. “Non si tratta solo di avere sott’occhio il proprio livello di indebitamento – precisa il Responsabile dell’Area Finanza dell’Unione Industriali, Marco Crespi e coordinatore degli incontri – bensì di controllare cosa le banche segnalano sulle nostre imprese, per evitare e correggere eventuali errate informazioni che di certo non fanno bene al rapporto banca-impresa. Una Centrale dei Rischi regolare significa anche una migliore qualità della gestione del credito, perché in essa vengono riassunti i comportamenti delle aziende nella gestione del debito, nella regolarità del pagamento delle rate di rientro e negli sconfinamenti. Essere senza macchie è fondamentale per avere una buona reputazione finanziaria e accedere ad un credito a condizioni adeguate e in linea con le giuste aspettative dell’impresa”.

Una volta raccolte le proprie informazioni in Centrale dei Rischi, però, non è sempre facile analizzare e soprattutto capire come esse vengano lette dalle banche. Serve una sorta di aiuto di interpretazione, un traduttore al pari di quello necessario quando si è di fronte ad un testo di una lingua straniera sconosciuta. Ad offrirlo alle imprese anche della provincia di Varese è ConfidiSystema!, il confidi lombardo di matrice confindustriale, artigianale (Confartigianato) e agricolo (Confagricoltura). “Dateci i vostri dati in Centrale Rischi e a fare l’analisi e a consegnarvi un report esaustivo ci pensiamo noi”, ha tagliato corto con le imprese Morichini. Le imprese devono semplicemente chiedere le informazioni della Centrale dei Rischi alla Banca d’Italia, poi l’impresa gira i dati a ConfidiSystema! che parte con la formulazione di una fotografia a cui seguono i consigli per migliorarla.

D’altronde è anche con questi servizi di analisi che si può accedere più facilmente non solo al credito tradizionale, ma anche a forme innovative di finanza d’impresa. “Il filo rosso della Centrale Rischi porta anche alle opportunità offerte dalla Finteci. Un’opzione da tenere presente vista la dinamica che negli ultimi anni sta caratterizzando l’accesso al credito delle imprese – ha spiegato Andrea Bianchi, Direttore di Confidi Systema! -. Un sistema che sta diventando sempre meno banco-centrico, con un calo degli impieghi di 350 miliardi di euro negli ultimi sette anni. Ciò costringe il sistema produttivo a guardarsi intorno per trovare strade nuove per sostenere i propri progetti, andando oltre le banche. Le attività atipiche stanno diventando sempre più importanti, con scelte finanziarie innovative, come quelle offerte dalla finanza digitale. Anche su questo campo vogliamo accompagnare le imprese, con un approccio concreto che poggia le basi su un accordo stretto con Lendix Spa”.

Siamo una piattaforma europea dove le Pmi possono chiedere finanziamenti di breve e lungo termine disintermediando le banche e accedendo direttamente a finanziatori privati o istituzionali” spiega Sergio Zocchi, Amministratore Delegato di Lendix. Ciò senza operazioni complicate e bypassando tutte quelle tempistiche incompatibili con i bisogni delle imprese. “Oggi realtà fintech come Lendix generano volumi da 30 miliardi di dollari di finanziamenti negli Usa, 4 miliardi nella Gran Bretagna, con un livello di penetrazione intorno al 2% rispetto al totale del mercato dei finanziamenti. In realtà continentali più simili a quella italiana si è molto più indietro e questo forse più che altro per una scarsa conoscenza delle opportunità offerte dalla finanza digitale”. Da 30 mila euro a 3,5 milioni: queste le soglie di finanziamenti che una Pmi può richiedere su una piattaforma come Lendix che mette in collegamento l’impresa con una platea di investitori. Sempre di credito si tratta. Da meritarsi sul campo. Ciò che cambia sono i tempi di risposta “che avviene praticamente in tempo reale”.

Due o tre i giorni necessari per Lendix per offrire una proposta all’impresa, una volta presentata la domanda di finanziamento. Con i soldi che vengono messi a disposizione sul conto corrente nel giro di una settimana dopo aver raccolto le risorse tra gli investitori che accedono alla piattaforma. Sul progetto dell’impresa scommettono vari soggetti. Da società istituzionali a singoli privati che possono investire da 200 a 2 mila euro per volta. “Nell’ultima operazione messa in piedi sulla nostra piattaforma, ad esempio – ha spiegato Zocchi -, abbiamo raccolto le risorse ad un ritmo di una sottoscrizione di quote ogni 8 secondi”. Tecnologia digitale è uguale a velocità: “Di solito Lendix offre una valida alternativa al classico credito bancario, quando la discriminante è il fattore tempo. Per quanto riguarda invece il taglio delle imprese a noi si rivolgono realtà che vanno da 250mila euro a 300 milioni di fatturato”.

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