Laveno | 2 Maggio 2018

Laveno, allerta siccità nel lago. Un rischio per l’estate

Preoccupa l'attuale prelievo delle acque lacustri dai canali di irrigazione. A incidere è il caldo delle ultime settimane. Rischio per i mesi estivi

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Dalla Centrale di monitoraggio della Protezione Civile a Laveno, giungono notizie poco confortanti in merito alle scorte idriche del lago Maggiore. A definire l’attuale contesto, come descritto ieri su Prealpina, è il meccanismo di prelievo delle acque lacustri tramite i rispettivi canali di irrigazione. Il riferimento, alle ore 12 di lunedì, segnava infatti 1007 metri cubi d’acqua al secondo in entrata dagli affluenti del Verbano.

Quantità decisamente elevata se messa a confronto con i 653 metri cubi in uscita dallo sbarramento della Miorina di Golasecca. Numeri che si traducono in una previsione di siccità in vista del caldo portato dai mesi estivi, se la situazione dovesse rimanere stabile nel corso delle prossime settimane.

In altre parole serve pioggia, con una frequenza e un’intensità di gran lunga superiori rispetto al quadro degli ultimi giorni. I recenti sbalzi di temperatura hanno portato inoltre le acque del Verbano ad un livello di due centimetri superiore rispetto alla media prevista per questo periodo dell’anno (1,25 metri). Anche in questo caso ad incidere è il caldo, che ha portato allo scioglimento delle nevi in quota e al raggiungimento di tale livello che è sì accettabile, ma potenzialmente rischioso per le risaie e per tutte le attività agricole quando il caldo inizierà davvero a farsi sentire in modo stabile. Durante il mese di marzo la cosiddetta magra ha inoltre portato il livello del bacino lacustre a meno cinquantadue centimetri sotto lo zero idrometrico, cifra quasi da record.

Tutti fattori che spingono verso un consumo importante delle scorte idriche prima del dovuto, azionando i primi campanelli d’allarme in prospettiva del grande caldo. Solo l’avvento di consistenti precipitazioni può venire in soccorso del territorio, allontanando la minaccia della siccità che interessa certamente l’intera popolazione. Il tutto ad un anno esatto di distanza da quella che la Coldiretti ha definito come la peggiore crisi idrica dell’ultimo decennio.

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