Luino | 31 Marzo 2018

Luino accoglie la personale di Vincenzo Ferrara. “De Chirico il più grande. L’arte? Un’ossessione”

La personale dell'artista luinese, "Secondo Misura", sarà inaugurata oggi pomeriggio alle 18, presso lo spazio espositivo dell'Imbarcadero di Luino. Ecco l'intervista

Tempo medio di lettura: 4 minuti

Negli scorsi giorni avevamo annunciato l’arrivo in riva al lago Maggiore della personale dell’artista luinese Vincenzo Ferrara, che oggi pomeriggio, a partire dalle ore 18, inaugurerà l’esposizione “Secondo Misura”.

“Secondo Misura”, dal termine greco “Katà Mètron”, infatti, è il progetto espositivo che racconta una parte del percorso artistico e personale di Vincenzo: “Ciò che è stato congeniale per me fino a quel momento o per un pezzo della mia vita. Mi sono guardato indietro e questo titolo mi ha attraversato”, spiega l’artista.

Abbiamo voluto approfondire l’arte di Vincenzo direttamente attraverso le sue parole, non tanto per farci dare strumenti o maggiori informazioni per capirla, ma più per fare un viaggio insieme a lui, che permettesse a noi e a tutti i lettori di conoscere in maniera più dettaglia la sua visione artistica e da cosa deriva l’ispirazione per realizzare le sue opere.

Vincenzo, quando nasce la tua passione per l’arte?

A volte penso alla libera espressività di mia madre, che da ragazza dipingeva su bottiglie di vetro, e il rigore esecutivo di mio padre, capace di ri-fare un’immagine. Insomma, credo che qualcosa dentro ci sia sempre stato, ma non so esattamente quando sia nato o da dove. Ricordo, in particolare, la mia passione per il disegno. Ho ancora impressa l’immagine di uno che feci alle elementari; è stampato nella mia mente e ogni tanto riaffiora. Avevo la sensazione che fosse venuto benissimo. Alle scuole medie poi, la professoressa mi fece i complimenti per un acquarello che dovevamo realizzare con uno “spirito impressionista”. La cosa si è un po’ persa nei primi anni di Liceo, ho recitato e studiato danza, ma alla fine la passione è tornata e ho deciso che avrei fatto l’Accademia di Belle Arti. 

Qual è l’artista al quale ti sei ispirato all’inizio?

Sicuramente a De Chirico. Già ai tempi delle superiori lo amavo visceralmente e me lo sono portato dietro anche all’Accademia. Lo consideravo il più grande, così classico ma così “contemporaneo” per la sua epoca. Il tempo sospeso, le ombre allungate e intense nella luce calda: c’è quel mistero inspiegabile, quell’atmosfera di profonda melanconia e nostalgia che le sue opere risvegliano continuamente in me. L’ho guardato molto. Poi si cresce e tuoi riferimenti cambiano e si attualizzano, ma quella poetica metafisica è sempre uno dei fili conduttori del mio lavoro.

In che modo si è evoluto il tuo modo di approcciarti all’arte?

Il mio approccio originario è stato attraverso il disegno, credevo non avrei mai dipinto, sentivo la matita come “il mio strumento”, l’unico strumento. La matita la puoi controllare mentre il pennello ha un’imprecisione intrinseca e io desideravo il controllo di ciò che facevo. Col tempo le cose si sono evolute: non so se è perché la pittura ha una specie di energia inspiegabile che ti attrae e prima o poi la ami per forza (e la odi, anche), o semplicemente perchè avevo bisogno di cambiare modo di esprimermi… sta di fatto che ho avuto voglia di avere a che fare con tela e pennelli. Ho usato gli acrilici per un po’ di tempo poi sono passato all’olio (anche l’olio ha una forza oscura che ti prende, ne senti il bisogno). Tutto si è trasformato nel tempo e anche ora mi sento in una fase di passaggio, lo avverto in maniera prepotente. Stanno cambiando le basi su cui dipingo e la loro preparazione, le immagini e il modo di “vederle” e dunque esprimerle. È un momento di passaggio, un cerchio che si chiude per riaprirsi da un’altra parte in altre forme.

Quanto l’arte incide nella tua vita? Quanto la tua vita in quello che fai?

L’arte e in modo netto la pittura, dato che ragiono per immagini, nella mia vita sono un’incisione vera e propria, un’ossessione, una malattia quotidiana che si manifesta con le domande “come fare a” o “come fare per”. Pensa che, in questi giorni, per allestire e organizzare questa mostra, sto soffrendo più per il fatto di non poter dipingere che per tutti gli aspetti logistici dell’evento in sé.

Nelle tue opere troviamo anche aspetti tipicamente di luinesità, ad esempio quella decantata da Piero Chiara?

No, non c’è nulla di tipicamente luinese, ci sono solo delle persone in uno spazio indefinito. C’è molto di me degli anni passati.

Quanto è difficile fare arte oggi?

Francamente non so quanto sia difficile fare arte oggi e nello specifico fare pittura. Credo ci sia spazio per tutti, nel bene e nel male. È banale dirlo ma “ci si deve seguire”, nel senso dei propri impulsi, costringersi a farlo anche andando contro se stessi, guardarsi intorno, studiare e osservare quello che fanno gli altri, mischiare e ricomporre, tagliare e ricucire… e a un certo punto osare per cercare il proprio linguaggio. Credo sia il normale percorso di ogni artista. Certo non è semplice, ma l’arte è una e all’interno si divide in una infinità di strati e sottostrati, di scomparti e piani diversi. Ognuno può trovare la propria collocazione.

Quali sono le cose che apprezzi di più nell’arte contemporanea? Quali quelle che odi? 

Mi interesso quasi esclusivamente di pittura, e, al momento, quasi esclusivamente di pittori contemporanei. Detesto ciò che sa di moda e pubblicità, ma è comunque il sentimento di un momento. Il resto poco mi tange.

Infine, una battuta: quali progetti hai per il futuro?

Il futuro sta già avvenendo mentre ti parlo: forme e supporti nuovi su cui lavorare e quindi un nuovo modo, un’evoluzione nel vedere le cose e dunque dipingerle. Bisogna fare un passo in più nel profondo e osare guardarlo. Ci rivedremo presto.

La mostra verrà inaugurata oggi, sabato 31 marzo, alle 18, allo Spazio Imbarcadero di Luino (Piazza Libertà). Sarà visibile fino al 15 aprile, il mercoledì dalle 11 alle 15, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 o su appuntamento scrivendo a vincenzoferrara1981@gmail.com.

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