Maccagno con Pino e Veddasca | 23 Gennaio 2018

Maccagno con Pino e Veddasca, l’affascinante storia del “patriota” Ivano Bassoli

Il compianto 90enne, legato al paese lacustre, anche "Cavaliere della Repubblica Italiana", ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua vita

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(Eco del Varesotto) Nel gergo degli Alpini “Andato avanti”, come tutti ben sanno, significa che si è spento un commilitone, un combattente, un soldato. Ivano Bassoli si è spento all’età di 90 anni il 5 gennaio dello scorso anno.

Ma chi era Ivano Bassoli? Una persona squisita, un arzillo novantenne ben conosciuto a Maccagno e nella collettività italiana dell’Argovia, nella vicina Confederazione Elvetica. Correva l’anno 1981 quando il Console d’Italia di Baden il 27 marzo, lo insigniva del titolo di “Cavaliere della Repubblica Italiana”, su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri, controfirmata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Questa la motivazione letta dal Console Giulio Prigioni: “E’ con particolare soddisfazione che consegno oggi al cittadino italiano signor Ivano Bassoli le insegne di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Questo è stato un doveroso riconoscimento all’uomo e al sindacalista la cui infaticabile opera, in particolare ad Aarau, è stata da anni una passionata ricerca di quanto unisce gli uomini indipendentemente dalla propria nazionalità e dal proprio credo politico”.

Ma il palmares di Ivano non si ferma qui. Al termine del secondo conflitto mondiale gli venne rilasciato il “Certificato di Patriota” niente meno che dal Comandate Supremo Alleato, Maresciallo Alexander, comandante della forza del Mediterraneo centrale, con la seguente motivazione: “Nel nome dei governi e dei popoli delle Nazioni Unite ringraziamo Ivano Bassoli di aver combattuto il nemico sui campi di battaglia, militando nei ranghi dei Patrioti tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà, svolgendo operazioni offensive e compiendo atti di sabotaggio, fornendo informazioni militari. Con il loro coraggio e con la loro dedizione i Patrioti Italiani hanno contribuito validamente alla liberazione dell’Italia e alla grande causa di tutti gli uomini liberi”.

Lo Stato Italiano il 26 novembre 1953, inoltre, assegnò al partigiano Ivano Bassoli la “Croce al Merito di Guerra”, condotta al fianco del comandante militare Franco Testi. Ma i titoli a cui il nostro Ivano ci teneva di più erano i numerosi riconoscimenti della stampa elvetica che nell’articolo “Italiani alla ribalta”, del settimanale “Reporter”, così lo hanno salutato al momento del suo pensionamento. “Nato a Modena nel 1927, dal 1975 al 1990 è stato un funzionario della Federazione Sindacale FLMO dell’Argovia e poi a livello nazionale a disposizione dell’Ufficio Centrale di Berna, nella sua qualità di coordinatore per il dipartimenti del Lavoratori Esteri, partecipando a numerose conferenze internazionali sempre come esperto di problemi dell’immigrazione”.

Ora non ci resta che terminare queste troppo poche righe, visto lo spessore del personaggio, con le sincere condoglianze da parte di tutti i maccagnesi che lo hanno conosciuto e dall’Associazione nazionale Combattenti e Reduci della sezione di Maccagno, che ha partecipato il 9 gennaio scorso alle sue onoranze funebri. Il doveroso atto della sez. Combattenti ed il ricordo di tutti i partigiani d’Italia, che in questo particolare momento si sentono bersagliati da campagne di stampa che vogliono sminuire la loro importantissima opera, per rendere libera la nostra Repubblica, è assai significativo soprattutto nei confronti di coloro che come Ivano Bassoli si sono battuti rimanendo dalla parte “giusta”.

Sentite condoglianze alla moglie Ines, alla figlia Sandra, al genero Marcel e al nipote Patrick con i più grandi sentimenti di deferenza da parte di coloro che credono negli ideali difesi dal loro caro Ivano.

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