Brinzio | 30 Dicembre 2017

Brinzio, i Carabinieri ricordano il generale Galvaligi

A trentasette anni dall'assassinio, oggi la commemorazione del Generale di Brigata barbaramente ucciso il 31 dicembre 1980 a Roma dalle Brigate Rosse

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Questa mattina presso il cimitero di Brinzio, a trentasette anni dalla scomparsa, si è tenuta la commemorazione del Generale di Brigata dei Carabinieri Enrico Rizziero Galvaligi, barbaramente ucciso a Roma il 31 dicembre del 1980, per mano delle “Brigate Rosse”, la cui salma è tumulata nel piccolo cimitero del paese.

La cerimonia, da sempre di particolare valore simbolico per l’Arma dei Carabinieri, ha visto la partecipazione del Comandante Interregionale “Pastrengo”, Generale di Corpo D’Armata, Riccardo Amato, che, insieme ad una folta rappresentanza dei Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, ha reso omaggio alla figura del Generale Galvaligi, altissimo esempio di eroismo e fedeltà alle Istituzioni, come testimoniano le gesta dell’Ufficiale, distintosi particolarmente durante l’occupazione nazista.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Varese, Col. Claudio Cappello, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Luino, Capitano Alessandro Volpini, ed il Comandante della Stazione di Cuvio, Maresciallo Capo Roberto Notturno.

Sulla tomba del decorato, il Generale Amato ha deposto una composizione floreale.

Di seguito si riporta la motivazione con la quale il Generale Enrico Riziero Galvaligi è stato insignito di Medaglia d’Oro al Valore Civile alla memoria il 14 maggio 1982«Addetto all’Ufficio di Coordinamento dei servizi di sicurezza degli Istituti di Previdenza e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro il l’intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo, in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da un gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d’arma da fuoco, esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività. Roma, 31 dicembre 1980».

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