Da quando hanno fatto la loro comparsa sul mercato, le cosiddette “auto ibride” sono comunemente note come vetture in cui la propulsione tramite motore termico è affiancata da un motore elettrico. Questa combinazione però racchiude al suo interno diverse varianti nella gestione dei due sistemi, stabilendo per ogni modello prestazioni e consumi diversi tra loro: dalle auto in cui la componente elettrica è solo un elemento di supporto, si arriva alle vetture ultra tecnologiche in cui scompare il motore termico. A metà strada, come detto, vi sono molteplici soluzioni.
La prima di queste, conosciuta come “Mild – Hybrid“, concentra il lavoro svolto dai due motori nella fase di accelerazione, migliorando le prestazioni del mezzo senza aumentare il consumo di carburante. Un esempio efficiente è il sistema SHVS studiato da Suzuki, in cui è presente una batteria al litio e una particolare componente denominata ISG (Integrated Starter Generator) che collegata al motore copre 3 diverse funzioni: motorino di avviamento, motore elettrico di supporto in fase di accelerazione e ripresa, alternatore per caricare sia la batteria al litio che quella tradizionale, recuperando energia durante il rilascio e la frenata.
Con batterie più potenti si arriva a viaggiare in modalità solo elettrica, seppur a bassa velocità e per distanze limitate a pochi chilometri. A farlo sono le auto “Full Hybrid” che sfruttano un sistema assemblato tramite il lavoro di 3 componenti: un propulsore a benzina, un generatore e ovviamente un motore elettrico. Le tre unità sono collegate tramite un cambio e-cvt (automatico) che non rende necessaria la frizione ne sistemi di innesto delle marce o cinghie. Le auto di questa gamma sono indicate per la circolazione in città, su brevi distanze che consentono di viaggiare in modalità elettrica, spesso anche in presenza di limitazioni del traffico.
Rimanendo nel campo delle “Full Hybrid”, l’ultima frontiera di questa tecnologia è rappresentata dalle vetture “Plug-in“, rivoluzionarie nella gestione delle batterie che possono essere ricaricate attraverso la presa elettrica domestica o le apposite colonnine di ricarica, superando così la dipendenza dall’attività del motore termico. Quest’ultimo scompare in modo definitivo nelle auto totalmente elettriche, che viaggiano cioè solo grazie alle batterie ricaricabili, come la Nissan Leaf, dotata inoltre di un comparto “smart”, connesso a internet ed altamente tecnologico. Con questa vettura la casa automobilistica giapponese ha compiuto importanti progressi nell’utilizzo di batterie sempre più efficienti e affidabili. Si tratta infatti di batterie agli ioni di litio, le stessi di telefoni cellulari e computer, che garantiscono al mezzo un’autonomia di 200 km di percorrenza senza interruzioni. Per viaggi più lunghi il guidatore può usufruire inoltre di un sistema di ricarica rapida che consente di raggiungere l’80% della carica nel giro di 30 minuti.
Sconfinando definitivamente nel campo delle auto elettriche, un’altra rivoluzione è quella portata dalla Tesla Model S che applica il modello Nissan ad una berlina lussuosa, sicura e in grado di garantire alte prestazioni. Model S è infatti progettata per accelerazioni da 0 a 100 km/h in appena 2,7 secondi, è accessoriata con il sistema pilota automatico e grazie ad una batteria da 60 kWh possiede un’autonomia di circa 390 km (che diventano 502 nella versione da 85 kWh). A collocare in definitiva la vettura nella categoria “premium” riservata alle auto di ultima generazione, il sistema di trazione integrale: due motori, uno davanti e uno dietro, che controllano digitalmente le coppie di ruote anteriori e posteriori in modo indipendente, assicurando trazione e controllo in ogni condizione.
A unire le componenti tecniche e le relative prestazioni delle vetture all’ambiente e alle strade della provincia, vi è un dato interessante comunicato di recente dalla Camera di Commercio. Gli esiti di una ricerca collocano infatti Varese all’ottavo posto nazionale per la dotazione di auto elettriche e ibride. Nel triennio 2013 – 2016 il numero di auto in circolazione è passato da 2.500 a 3.500 con un incremento del 40%. La quota è ancora bassa (lo 0,6% sul totale delle vetture “tradizionali”) ma è significativa e in costante aumento, segno che la mobilità sostenibile ha fatto il suo ingresso come concetto e investimento nelle strade delle nostre città.
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