Busto Arsizio | 19 Settembre 2017

Guardia di Finanza, operazione “La stangata”: 26 indagati, 15 arresti e sequestri per 725mila euro

Complessa attività di polizia giudiziaria, intrapresa nel 2015: individuati alcuni soggetti di etnia rom, territorializzati tra Busto Arsizio, Castellanza e Lonate

Guardia di Finanza, operazione
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Dalle prime ore dell’alba, decine di finanzieri del Gruppo di Busto Arsizio stanno dando esecuzione a 15 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 11 ai domiciliari), nonché al sequestro di beni per un valore di 725.000 € nei confronti di soggetti di etnia rom, per i reati di associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato”.

Nell’ambito della strategia operativa volta al contrasto alla criminalità organizzata e comune, a tutela della sicurezza pubblica, i militari appartenenti al Gruppo Guardia di Finanza di Busto Arsizio, a seguito di una complessa attività di polizia giudiziaria, intrapresa nel 2015, hanno individuato alcuni soggetti di etnia rom, territorializzati nei comuni di Busto Arsizio, Castellanza e Lonate Pozzolo, che evidenziavano gravi indizi di reato contro il patrimonio. Infatti, a seguito di mirati accertamenti operati con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, si è riscontrato una notevole sproporzione tra il tenore di vita sostenuto e le dichiarazioni dei redditi presentate, spesso pari a zero.

Inoltre, a seguito di mirato controllo del territorio, si è evidenziato una notevole capacità contributiva in capo a tali soggetti, che ostentavano lussuose autovetture di grossa cilindrata, utilizzavano banconote di grosso taglio e soprattutto soggiornavano in ville prestigiose.

Dal monitoraggio di tali soggetti, tutti gravati da numerosi specifici precedenti di Polizia, nonché dai primi accertamenti esperiti dai finanzieri, emergeva un quadro fortemente indiziario in ordine a reati contro il patrimonio per il quale veniva attivata la locale Procura della Repubblica di Busto Arsizio. Il Pubblico Ministero ha delegato una serie di indagini tecniche e mirati accertamenti alle Fiamme Gialle bustocche. Al termine delle investigazioni è stata individuata un’associazione a delinquere “transnazionale” finalizzata al furto aggravato.

In particolare, il sodalizio criminoso era dedito alla consumazione di reati contro il patrimonio (furto), collegati ad operazioni fraudolente di cambio valuta, realizzati in più Stati attraverso la consegna, agli ignari clienti/vittime – di nazionalità straniera – di banconote contraffatte (recanti la dicitura fac-simile) a fronte della sottrazione fraudolenta del danaro genuino. I reati ascritti, infatti, sono collegati sostanzialmente ad un’attività di “cambio valuta fraudolenta”, ossia un sistema informale di trasferimento di valori cd. “HAWALA” (in arabo “trasferimento”), basato su una rete di mediatori, tramite i quali i capitali vengono esportati, da uno Stato all’altro, garantendo in tal modo l’anonimato delle parti, e sottraendo la transazione finanziaria effettuata a qualsiasi tracciabilità.

Tale circuito prevedeva, in concreto la partecipazione di 4 soggetti: l’ordinante, ovvero colui il quale intende trasferire i capitali da uno stato all’altro, il beneficiario cioè il destinatario finale degli stessi, due intermediari (gli hawaladar), i quali ricevono una commissione per ogni transazione conclusa.

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