Porto Val Travaglia | 11 Giugno 2017

Porto Valtravaglia svela l’unica via per salvare il nostro pianeta: le energie rinnovabili

Porto Valtravaglia svela l’unica via per salvare il nostro pianeta: le energie rinnovabili
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Si è svolta venerdì 9 giugno alle 21 a Porto Valtravaglia la serata “Quale energia per il nostro futuro?”, organizzata da diverse associazioni come “Associazione Solaris”, ACLI Castelveccana, GIM, Terre di Lago e la Banca del tempo, che ha visto l’intervento di quattro relatori che hanno mostrato, da diversi punti di vista, nuovi modi di approvvigionamento dell’energia in prospettiva futura nelle comunità locali. Ecco com’è andata.

Porto Valtravaglia svela l’unica via per salvare il nostro pianeta: le energie rinnovabili. Il primo intervento della serata è stato di Fulvio Fagiani, direttore di Utopia21, che ha spiegato la transizione energetica in atto nel nostro pianeta, dall’uso dei combustibili fossili al rinnovabile. L’obiettivo principale prefissato dall’uomo, di non superare 1,5 gradi del sistema, non sembra essere così facile da rispettare poiché l’uomo sta facendo l’opposto di quello che dovrebbe fare. Infatti, ad oggi, solo il 19% dell’energia utilizzata è rinnovabile (da intendersi eolico e fotovoltaico), mentre il 78% è ancora combustibile fossile. Il nostro sistema deve essere decarbonizzato entro il 2050 – un tempo relativamente breve – e per questo, nel giro di 10, massimo 20 anni, la “rotta” deve essere cambiata. Però un dato positivo c’è: negli ultimi due anni i nuovi investimenti energetici sono stati per il 56% di fonti rinnovabili.

Questo è solo l’inizio di un percorso che prevede, in prospettiva, l’uso delle rinnovabili per il 100% del fabbisogno energetico, ovvero una copertura totale. Così, da settore di nicchia e limitato, quello delle rinnovabili dovrebbe diventare la principale fonte d’energia, sconfinando ed allargando i propri orizzonti attuali. Inoltre non va dimenticato l’enorme mercato lavorativo che può generare. Ad oggi il Paese modello da seguire è la Cina, seguita da India e Stati Uniti (anche se ora sono da valutare quali saranno i cambiamenti a seguito della decisione di Trump dell’uscita dal trattato di Parigi).

La parola è poi passata a Gianluca Ruggeri, docente dell’Università dell’Insubria di Varese, che ha chiarito la figura emergente del “prosumer” (termine che deriva dall’unione di produttore + consumatore): il ruolo dei singoli cittadini in ambito energetico diventerà sempre più importante. In questo senso sono state analizzate due cooperative “RetEnergie” ed “èNostra”, la prima che produce e la seconda che vende energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili a basso impatto ambientale. RetEnergie è una rete che, dalla sua fondazione nel dicembre 2008, ha ormai raggiunto oltre 1100 soci in tutta Italia e sta raccogliendo sempre più consensi, in particolar modo nel triangolo Piemonte-Lombardia-Liguria.

E’ stato poi il turno di Gianfranco Malagola, coordinatore della Rete di Economia Solidale del Luinese “Terre di Lago”, da sempre impegnata nella produzione di energia elettrica locale sfruttando risorse già presenti sul territorio. Il suo intervento è stato mirato alla spiegazione della riattivazione nel 2013 della micro centrale idroelettrica di Rancio Valcuvia. La centrale, già attiva nel 1924, venne messa fuori uso intorno al 1950 e oggi sfrutta la canalizzazione del fiume Rancina che attraversa il paese. Il progetto è ancora in compimento, poiché il completamento della riabilitazione è lungo, travagliato e ostacolato dalla burocrazia. Inoltre il problema principale riscontrato da “Terre di Lago” è stato quello di trovare finanziamenti. Per questo si è capito che la sensibilizzazione della popolazione, a partire sin dai più piccoli, fosse fondamentale, e così è stata realizzata una collaborazione con il Liceo “V. Sereni” di Luino nell’ambito del progetto scuola-lavoro per dare ai giovani un’idea concreta della produzione e del consumo intelligente di energia (sicuramente più efficace dei numerosi discorsi astratti fatti loro nelle varie conferenze a tema).

Infine l’ultimo intervento della serata è stato di Aldo Cattano, progettista di SkyPull, una turbina eolica che rappresenta il futuro dell’eolico. Il principio su cui si basa è lo sfruttamento del vento a 400 metri di altezza, essendo meno turbolento e più costante: man mano il mezzo si alza nel cielo, forma degli “8” e la bobina, collegata a un generatore, crea corrente. L’apparecchio, largo 17 metri e pesante circa 2 tonnellate, verrà testato a breve in Svizzera.

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