La Steaua Bucarest non esisterà più nel massimo campionato rumeno, almeno per le prossime stagioni. La notizia arriva dopo che la corte ha deciso in favore del Ministero della Difesa nella causa che vedeva quest’ultimo contrapposto al club del patron Gigi Becali.
Ultimo appello. Quello che è sicuro, al momento, è che la compagine ora presente nella Liga 1 di Romania non potrà più fregiarsi dello storico appellativo Steaua Bucarest, e opterà quasi certamente per il nome FCSB. Questo dopo che il Ministero della Difesa ha accusato la società di Becali di essersi appropriata di nomi, colori e stemma del club fondato dal governo nel 1947 come squadra dell’esercito, vincendo già una prima volta nel 2004 quando l’Alta Corte impose Becali, a capo dell’ormai ex Steaua dagli anni novanta, di modificare lo stemma. Da oggi toccherà anche al nome, in attesa di una possibilie ultima sentenza che modifichi tutto, possibile soltanto da come si esprimerà la Corte d’Appello sul ricorso presentato da Becali, al quale toccherà pagare anche un risarcimento di 37 milioni. “È finita, chiuderemo questa storia da domani – ha detto ieri una fonte del club a ProTV -. Non possiamo usare il nome Steaua. Non so cosa accadrà, ora pensiamo alla partita contro la Dinamo”.
Nuova Steaua. Gia una nuova Steaua è però all’orizzonte. Il club, il più titolato di Romania con 26 campionati, 22 coppe nazionali, 6 supercoppe e soprattutto la Coppa dei Campioni vinta nel 1986 ai rigori contro il Barcellona grazie alle prodezze di Helmuth Duckadam, rinascerà infatti in Liga IV, la quarta serie rumena, sotto la direzione tecnica dell’ex giocatore dellal Fiorentina Marius Lacatus. È una sentenza dell’Alta Corte, risalente al 2014, a stabilire infatti che l’unica società autorizzata a rivendicare stemma e nome della Steaua Bucarest è quella ora diretta da Lacatus. (CORRIERE DELLO SPORT)
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