26 Ottobre 2016

Dove gioco e disabilità si uniscono: ecco i ‘parchi inclusivi’ d’Italia

Tempo medio di lettura: 2 minuti

Se non ti fermi a pensare, se non c’è un bimbetto disabile che magari ti passa davanti in un parco, impedito da barriere architettoniche e ti costringe ad aprire gli occhi, questo tema non lo affonteresti mai. Come giocano i bambini con disabilità? Come vanno su un’altalena o su uno scivolo?

[slideshow_deploy id=’97677′]

Il gioco è una dimensione primaria e necessaria per la crescita e a questo non può sfuggire nessuno anzi è sancito dal 1989 nella Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia. Da qualche tempo si vedono dei parchetti ‘modificati’ , sono ancora una rarità in Italia e certo c’è da sperare che le amministrazioni locali ne creino sempre di più. Tra l’altro queste aree hanno una funzione molto importante anche per i genitori perché favoriscono la socializzazione all’aperto insieme ai propri figli e ai loro amici. Mentre infatti si garantisce a tutti il diritto al gioco, si amplia la partecipazione alla vita di una comunità e al tempo stesso si incentiva la frequentazione dei parchi pubblici che sono spazi fondamentali.

Le barriere in tema di disabilità sono fisiche, architettoniche, burocratiche, ma anche mentali ecco così che i parchi sono il luogo – esattamente come la scuola – di sfide culturali che si vincono non solo quando un parco viene inaugurato, ma tutti gli altri giorni in cui i genitori, i nonni, le tate portano i propri figli a giocare li, dove anche i bambini invisibili, i bambini diversi. Giocheranno come tutti gli altri, insieme a tutti gli altri. Si chiamano tecnicamente ‘parchi inclusivi’, luoghi in cui tutti i bimbi, a prescindere dalle loro abilità, possono giocare e divertirsi. Innanzitutto arrivarci – e nel nostro Paese sappiamo cosa significa – con rampe di accesso, passamano, protezioni laterali, e poi giocare su attrezzi che contengono le carrozzine, altalene a forma di cesta, giochi sensoriali, percorsi tattili, sabbiere rialzate e così via.

Ecco alcuni esempi. All’inizio di ottobre è stato inaugurato in Puglia “Il Bosco di tutti” voluto dall’associazione di famiglie di bambini disabili D.A.I. Reagiamo onlus con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e coordinato da Alberto Piccinni, in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Lì i bambini con disabilità e normodotati potranno giocare insieme nel giardino del Castello di Tiggiano. Il bosco diventa così un parco inclusivo, perché i giochi sono pensati per tutti, appositamente studiati per favorire l’integrazione e il gioco congiunto. C‘è Tutti a bordo! a Rimini all’interno del parco Federico Fellini dove tra gli attrezzi ci sono altalene a sedile accessibile, altalene a nido, pannelli sensoriali, una mappa tattile, una struttura a barca e un originale scivolo a forma di serpente marino, dotato di rampa. Nel XIV Municipio di Roma a Torresina, da aprile funziona, aperto tutti i giorni grazie all’impegno gratuito dei volontari del locale Comitato di Quartiere un’area gioco, accessibile a tutti, con le sue altalene, le sue strutture e i suoi giochi a molla, fortemente voluta una mamma-architetto che ha firmato il progetto. Dal 2012 esiste Giochiamo Tutti al Parco Formentano, a Milano, con pannelli sensoriali, strutture accessibili, giochi di colori e percorsi tattili. Il blog green.me segnala tra le altre aree ludiche inclusive il parco “Liberi tutti” di Lissone (MB), quelle di Fontaniva e di Palù di Conselve, vicino Padova, e l’area giochi del Porto Antico di Genova, con le sue strutture dotate di rampe, le mappe tattili o le altalene a sedile accessibile. (ANSA)

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

I commenti sono chiusi.

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127