26 Giugno 2016

Per la seconda volta in sei mesi la Spagna torna al voto, rischio ingovernabilità

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La Spagna torna oggi alle urne per la seconda volta in sei mesi, primo Paese ad andare al voto dopo lo shock provocato dalla Brexit, mentre resta alto il rischio ingovernabilità. I sondaggi indicano il Pp come primo partito, anche se al di sotto della maggioranza assoluta. E il premier uscente Mariano Rajoy non si muove dalla posizione assunta negli ultimi sei mesi, ovvero l’offerta di un’alleanza con i socialisti ed eventualmente il nuovo partito liberale anti casta Ciudadanos.

(abc.es)

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Per la seconda volta in sei mesi la Spagna torna al voto, rischio ingovernabilità. Il leader socialista, Pedro Sanchez, ha ribadito più volte di non voler appoggiare un governo del Pp. Mentre Albert Rivera, capo di Ciudadanos, continua a chiedere un forte ricambio ai vertici del Pp come condizione di un accordo. Una richiesta che è stata rafforzata dall’ultimo scandalo che ha coinvolto i conservatori, con presunte trame del ministro dell’Interno ai danni degli indipendentisti catalani.

A sinistra dello spettro politico, la novità di questa tornata elettorale è l’alleanza stretta fra Podemos, il partito di Pablo Iglesias ispirato al movimento degli Indignados, e Izquierda Unita, storica formazione della sinistra radicale spagnola. Insieme potrebbero diventare la seconda forza del parlamento spagnolo, facendo perdere il primato ai socialisti del Psoe.

Anche Podemos, come il PP, preme per un governo assieme ai socialisti. Ma Sanchez teme di rimanere stritolato da alleanze in cui sarebbe il socio di minoranza, perdendo consensi come è avvenuto ai socialdemocratici in Germania alleati della cancelliera Angela Merkel. Per non parlare del Pasok greco, praticamente scomparso dopo l’alleanza con i conservatori e sostituito a sinistra dal partito Syriza di Alexis Tsipras.

“Non appoggeremo un governo del Partito Popolare e non appoggeremo Iglesias come capo del governo”, ha detto Sanchez in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi all’emittente radio Onda Cero. Secondo il leader socialista, Iglesias non “soddisfa” i due requisiti di base per poter stringere un patto di governo con i socialisti. “Non appoggeremo alcun governo che frammenti la sovranità della Spagna, nè che metta a rischio la sostenibilità dello Stato sociale”, ha detto Sanchez riferendosi alla disponibilità di Podemos di indire un referendum sull’indipendenza della Catalogna e al suo programma di interventi sociali.

Se i socialisti appaiono terzi nei sondaggi, Ciudadanos rimane al quarto posto che già ottenne a dicembre. In questi sei mesi è apparsa la forza più dialogante, avendo anche stretto un accordo con i socialisti per governare che però non ha trovato il sostegno di altri partiti in parlamento.

Al di là dei veti incrociati, a partire da lunedì i giochi si riaprono. E sarà necessario trovare un accordo, perché certo non si può votare una terza volta. Non è nemmeno escluso che vi sia un rimescolamento ai vertici. Nel Psoe la principale rivale di Sanchez è Susana Diaz, capo del governo andaluso. Nel PP Rajoy appare deciso a rimanere al suo posto, ma circolano i nomi della vice premier Soraya Saenz de Santamaria, o della presidente della comunità di Madrid, Cristina Cifuentes. Forse a salvare la Spagna saranno le donne. (ADNKRONOS)

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