25 Giugno 2016

Pensione anticipata: il vademecum con le diverse forme per smettere di lavorare prima

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Da Ape all’opzione donna, modalità per anticipare la pensione, nonostante i requisiti molto rigidi imposti dalla Legge Fornero, esistono. A stilare il vademecum di tutte le forme di anticipo della pensione è il portale www.laleggepertutti.it.

(giovanifittoscana.it)

(giovanifittoscana.it)

Pensione anticipata ordinaria. Permette di andare in pensione a qualsiasi età ma con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Dal 2018, si legge sul portale, chi va in pensione prima dei 62 anni subisce una penalizzazione dell’1% per ogni anno di anticipo o del 2% se non ha ancora compiuto 60 anni.

Pensione anticipata contributiva. E’ possibile fruire della pensione anticipata contributiva se non si possiedono “contributi al 31 dicembre 1995 e – spiega ‘La legge per tutti’ – per chi opta per il metodo contributivo, o effettua il computo nella Gestione Separata”. Consente di andare in pensione a 63 anni e 7 mesi con: – almeno 20 anni di contributi; – un trattamento pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Ape. Il nuovo anticipo della pensione, che dovrebbe entrare in vigore con la Legge di Stabilità 2017, consente di andare in pensione a 63 anni e 7 mesi o meglio con 3 anni di anticipo. “Al contrario della pensione anticipata contributiva, però, le penalizzazioni previste – si legge sul portale – sono più esigue, sino a un massimo del 15% e graduate in base ai mesi di anticipo ed all’ammontare della futura prestazione. Per alcune categorie svantaggiate, come i disoccupati di lunga durata e i lavoratori a rischio esubero, una detrazione coprirà gran parte della penalizzazione”.

Salvacondotto. Grazie al Salvacondotto i nati sino al 31 dicembre 1952 possono andare in pensione a 64 anni se hanno: – almeno 20 anni di contributi al 31 dicembre 2012 per le donne; – almeno 35 anni di contributi a 31 dicembre 2012 per gli uomini; – occupati alla data del 28 dicembre 2011. Non sono previste penalizzazioni. Ne possono fruire i dipendenti del settore privato.

Lavori usuranti. Chi ha svolto, almeno per 7 anni, nell’ultimo decennio della vita lavorativa, lavori usuranti o turni notturni (almeno 64 giornate l’anno), può andare in pensione con le vecchie quote. I requisiti previsti variano a seconda della categoria di appartenenza del lavoratore. Si parte da un’età minima di 61 anni e 7 mesi, da un minimo di 35 anni di contributi e da una quota minima di 97,7.

Opzione donna. Permette, spiega ‘La legge per tutti, di andare in pensione: “– con 57 anni e 3 mesi di età, se dipendenti, o con 58 anni e 3 mesi se autonome; – con un minimo di 35 anni di contributi; – previa attesa di una finestra di 12 mesi, se dipendenti, o di 18 mesi se autonome, dal momento di maturazione dei requisiti alla data della pensione”. “I requisiti – precisa il portale – devono risultare maturati entro il 31 dicembre 2015 (probabilmente, però, sarà prevista una proroga). In cambio dell’anticipo, il trattamento è calcolato col metodo integralmente contributivo”.

Pensione anticipata per invalidità. “Chi possiede un’invalidità pari o superiore all’80% può andare in pensione: – a 60 anni e 7 mesi se uomo; – a 55 anni e 7 mesi se donna. Tale anticipo – conclude ‘La legge per tutti’ – non è fruibile dai lavoratori pubblici. Inoltre è necessaria l’attesa di una finestra pari a 12 mesi”. (ADNKRONOS)

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