5 Aprile 2016

L’addio a Cesare Maldini a Sant’Ambrogio. Paolo: “Grazie per il viaggio meraviglioso”

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Con tre brevi applausi che hanno rotto un composto silenzio, un migliaio di persone ha accolto il feretro di Cesare Maldini alla basilica di Sant’Ambrogio. Tanti tifosi e appassionati fuori dalla chiesa, dentro molte persone che hanno condiviso momenti di vita e di calcio con Maldini e con suo figlio Paolo, arrivato assieme alla famiglia, visibilmente commosso.

ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO

ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO

L’addio a Cesare Maldini, Paolo: “Grazie per il viaggio meraviglioso”. Stamane si sono celebrati i funerali di Cesare Maldini, tra cittadini, appassionati di calcio e personaggi del mondo del calcio hanno accolto la salma a Sant’Ambrogio circa un migliaio di persone. La lettera del biglio Paolo Maldini: “Non ci resta che ringraziarti per il viaggio unico e meraviglioso che abbiamo fatto insieme e che ci farà tornare il sorriso ogni volta che penseremo a te. Ti siamo stati vicini in ogni momento sapendo che te ne saresti andato. Quando ci hai lasciati è accaduta una cosa straordinaria, siamo stati sommersi da messaggi di affetto nei tuoi confronti, messaggi non banali ma toccanti. A ognuna di quelle persone, hai regalato un po’ di te. Grazie Papà”.

L’omelia di monsignor De Scalzi. L’umanità di Cesare Maldini, preponderante rispetto alla dimensione di sportivo popolare, e l’unità della sua famiglia, “una grande, bella squadra, vincente e orgogliosa del suo capitano, che ha accompagnato ricambiando la sua tenerezza anche negli ultimi tratti della lunga malattia”. Si è concentrato su questi due aspetti monsignor Erminio De Scalzi nella sua omelia, celebrando il funerale della bandiera del Milan ed ex ct della Nazionale. Nella gremita basilica milanese di Sant’Ambrogio,‎ De Scalzi ha iniziato la predica (ascoltata da un altro migliaio di persone sul sagrato grazie agli amplificatori), sottolineando che “dietro il personaggio pubblico, lo sportivo, il volto noto della tv, c’era un uomo con la sua profondità di affetti, l’attaccamento alla famiglia, e le sue fragilità. Ma guardando Cesare Maldini – ha aggiunto – non si può dire che c’era anche un uomo: c’era soprattutto un uomo, nel senso più bello. Un marito, un papà, un nonno. Un volto che tutti collegano ad autentiche e sincere gioie dello sport. Era un esempio di signorilità, uno scopritore di talenti fra cui quello del figlio Paolo”. De Scalzi‎ ha anche citato un ricordo scritto da Angelo Casati, il parroco che ha battezzato alcuni dei sei figli di Cesare Maldini e sua moglie Marisa: “Mai il ruolo pubblico aveva soffocato la sua umanità, mai i traguardi sportivi l’avevano incrinata o oscurata”.

I giocatori e dirigenti presenti. Fra gli altri, questa mattina, c’erano Teo Teocoli, il comico che fece di Cesare una celebre imitazione, il presidente di Mediaset Confalonieri, quello della Lega Serie A Beretta, l’ad del Milan Galliani, l’allenatore Mihajlovic, Montolivo, Abbiati, gli ex rossoneri Ambrosini, Clarence Seedorf, Shevchenko, Massaro, Brocchi, Galli e Serginho, il vicepresidente dell’Inter Zanetti, gli ex nerazzurri Suarez, Pagliuca e Toldo, l’ex arbitro Casarin e l’ex allenatore Scala. Diverse le corone di fiori all’ingresso della basilica, fra cui quelle da parte della Juventus, della Figc, dell’Associazione allenatori e dell’ad del Milan Barbara Berlusconi.

Poche parole e ricordi commossi per alcuni dei tanti ex giocatori e campioni che hanno voluto abbracciare per l’ultima volta Cesare Maldini ai funerali nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. “Una grande persona non solo da punto di vista calcistico ma anche umano, che ha dato molto al calcio italiano. Ogni volta che ci vedevano mi scusavo perché non gli avevo dato la possibilità di diventare Campione del Mondo con quel rigore sulla traversa. Ma lui mi abbracciava sempre con un sorriso. Dovevo sposarmi durante i Mondiali e lui mi fa: che problema c’è? Giochi ti sposi e torni” ha raccontato Luigi Di Biagio attuale ct dell’Under 21 italiana. “Mi voleva un bene dell’anima. Abbiamo giocato tante volte contro – è il pensiero di Nevio Scala – lo ricordo come una persona elegante nell’anima. Era una persona straordinaria, altre parole sarebbero superflue”. Parole toccanti anche quelle di Daniele Massaro: “Ero molto giovane quando l’ho conosciuto ai mondiali dell’82. Da quel momento più che un allenatore è stato un secondo padre”. (ANSA)

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