19 Marzo 2016

Università, linea dura per i fuoricorso: “Dovranno rifare il test di ingresso”

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Nuova regola introdotta per i fuoricorso universitari: se in due anni non riusciranno a fare tutti gli esami previsti per il primo anno, quello da matricola, dovranno rifare il test d’ingresso. Pure se lo avevano già passato la prima volta. E se la seconda non riuscissero a superare lo scoglio della prova di ammissione alla stregua di qualsiasi altro neo diplomato, tanti cari saluti. A usare il pugno di ferro con i ritardatari universitari è il Politecnico di Torino, come riporta Skuola.net.

(corriereuniv.it)

(corriereuniv.it)

Università, linea dura per i fuoricorso: “Dovranno rifare il test di ingresso”. Chi impiegherà il doppio del tempo a raggiungere il tanto agognato traguardo della laurea (quindi 6 anni per la triennale, quattro per la magistrale) dovrà iscriversi a un altro corso di laurea. Ovviamente dovrà sceglierne uno che gli riconosca gli esami fatti fino a quel momento. Un punto ancora non proprio chiaro che però ci auguriamo lo diventerà con il tempo, quando tutto verrà definito meglio.

Spesso e volentieri, chi all’università resta indietro ha motivi seri per farlo. A volte si tratta di ragazzi che lavorano per pagarsi gli studi da fuorisede e non, altre di studenti che possono aver trovato un ostacolo con un esame piuttosto che con un altro. Per carità, può anche trattarsi di giovani con poca voglia di rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ce ne sono tanti e si vedono ogni giorno a riempire i bar dell’università. Fatto sta che ogni caso è a sé ed è per questo che lo scopo dell’iniziativa del Politecnico “Non è affatto punitivo – come dichiara Anita Tabacco, vice-direttice della didattica dell’università in questione – piuttosto vogliamo spingere gli studenti a tenere un ritmo normale”. Il fatto è che il popolo dei fuoricorso aumenta, tanto che a oggi in Italia ne possiamo contare 700mila, e le università ne risentono: quelle che ne hanno troppi non possono prendere i fondi pubblici.

Troppi fuoricorso in Italia. In molti ricorderanno un’indagine dello scorso anno de “L’Espresso” che elencava in una bella classifica le università italiane con il più alto numero di fuoricorso. Al primo posto c’era lei, l’università di Cagliari con il 53% di ritardatari seduti nelle sue aule, all’ultimo l’IUAV di Venezia, con il 24%. Numeri che le università non possono più permettersi.

Gli studenti dicono no. Intanto gli iscritti del Politecnico di Torino contestano la nuova norma che prevede il doppio test d’ingresso per i fuoricorso e che è stata approvata nel regolamento degli studenti: “I fuoricorso non sono una zavorra da combattere – dicono i rappresentanti della lista Alter.Polis – ma studenti in difficoltà da aiutare, con esami ad hoc, più formazione e tutoraggio individuale. Se il test ha la valenza di un concorso di ammissione, è insensato imporre a uno studente di ripetere nuovamente la stessa prova”. (ANSA)

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