16 Gennaio 2016

De Medio sulle proposte di Maroni per l’istituzione dei “cantoni” lombardi e lo stop a Province e Comunità Montane

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Dopo le parole del Governatore di Regione Lombardia, Roberto Maroni, che annunciava l’idea di istituire otto “cantoni” eliminando Province e Comunità Montane, abbiamo chiesto il parere a Maria Sole De Medio, presidente della Comunità Montana del Piambello.

Maria Sole De Medio, presidente della Comunità Montana del Piambello

Maria Sole De Medio, presidente della Comunità Montana del Piambello

De Medio sulla proposte di Maroni per l’istituzione dei “cantoni” lombardi e lo stop a Province e Comunità Montane. “Il centralismo di Maroni mi sorprende nella forma e nella sostanza, cambiare idea è segno di sensibilità, ma spero valga anche per gli elettori – spiega la presidente della Comunità Montana del Piambello, Maria Sole De Medio -. Nel giro di pochi anni è passato dalla difesa strenua del ruolo delle Province ed al mantenimento utile delle Comunità Montane nel proprio programma elettorale, alla proposta di cancellare tutto per istiuire ‘cantoni’ che con quelli svizzeri, a cui Maroni fa riferimento, avrebbero in comune solo il nome. Distretti ampi come quelli ipotizzati difficilmente potrebbero supportare i piccoli comuni nella gestione associata, inducendo così la loro fusione. Una contraddizione con l’ambizione di voler mantenere la vicinanza delle istituzioni ai cittadini ed in particolare ai popoli della montagna.

Pur se la fusione è una soluzione, sono scelte che purtroppo solo a consuntivo daranno la comune e reale percezione di ciò che andrà perduto – continua De Medio -. Sembra pertanto un pretesto il riordino di area vasta per cancellare gli enti montani, intermedi forse ancora più utili negli spazi di gestione macroscopici. Gli eventuali amministratori di aree vaste non credo possano comunque percepire alcuna indennità, o forse saranno alti funzionari a governare i territori? Mi pare che nella sostanza il rischio sia quello di parlare di un riassortimento delle sedi provinciali della regione stessa, più che una vera riforma di governo del territorio, che rimarrà in balia del centralismo milanese. Non per niente il Pd vede come un’apertura queste affermazioni.

In ogni caso mai avvilirsi, la montagna si adeguerà e, riorganizzandosi, troverà le soluzioni per la propria gente. Anche ai dipendenti della Comunità Montana del Piambello mi son sentita di portare rassicurazioni, nell’ambito della struttura regionale saranno certo capaci di farsi valere e di portare conoscenze metodo e soprattutto dedizione, rari e preziosi. Concludendo mi pare che alla cosmesi renziana faccia perfetto eco l’annuncio di Milano, all’Italia, alla Lombardia ed alla montagna servono ben altre riforme: il federalismo reale e non quello di facciata, utile solo alla redistribuzione di ruoli dirigenziali”, conclude così Maria Sole De Medio.

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