12 Novembre 2015

L’Isis rivendica un attentato a Beirut: morte almeno 37 persone e 181 feriti. Ecco un’analisi sulla nuova geografica dello Stato Islamico

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L’Isis ha rivendicato con un comunicato gli attentati di Beirut. Lo ha riferito poco fa il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web. E’ di 37 morti e 181 feriti il bilancio del duplice attentato alla periferia sud di Beirut secondo quanto riferito dalla Croce rossa libanese. Il bilancio è destinato a salire a causa della gravità delle condizioni di salute dei numerosi feriti. Qui uno studio sulla nuova geografia dell’Isis, dall’Iraq al Caucaso.

(bbc.com)

(bbc.com)

L’organizzazione dello Stato islamico si propone, nella sua retorica, di ridisegnare i confini interni al mondo arabo-islamico abbattendo i confini nazionali “colonialisti”. Ma, a parte alcune eccezioni, ha finora adottato la divisione amministrativa e internazionale preesistente al suo dominio in Iraq e Siria. Ci sono poi diversi gruppi che dall’Atlantico all’Asia Centrale si dicono affiliati all’Isis e che sono descritti come padroni di territori solo formalmente inglobati nel “Califfato”. L’Iraq e la Siria rappresentano invece, rispettivamente, ‘il cuore’ dell’organizzazione jihadista, guidata da una leadership irachena, a partire dal suo ‘califfo’ Abu Bakr al Baghdadi, e un presidio strategico.

La Siria, col suo confine turco, rappresenta il centro di smistamento di jihadisti provenienti dai quattro angoli del mondo e offre la profondità territoriale necessaria al rafforzamento della presenza in Iraq. L’Isis ha abolito i “governatorati” siriani e iracheni con le “province”, dette in arabo wilaya. Ma a parte alcuni casi, la divisione amministrativa è rimasta identica. Eccezione è per la wilaya dell’Eufrate, che riunisce parte dell’Est siriano con una zona dell’Ovest iracheno. E’ la provincia che condensa la volontà propagandistica dell’Isis di far vedere che il confine siro-iracheno, definito dopo la Prima guerra mondiale, è stato abbattuto.

In Siria, lo Stato islamico ha cambiato alcuni nomi: la regione di Hasake nel Nord-Est è ora la provincia Baraka (Benedizione); quella di Dayr az Zor è Khayr (Bene). Altrettanto ha fatto con le regioni a maggioranza sciite del Sud Iraq, riunite oggi nella mega-wilaya del Janub (Sud). In Libia, una presenza ancora minoritaria di jihadisti sarebbe insediata, nelle carte diffuse dall’Isis, della wilaya della Cirenaica, in quella del Fezzan e nella wilaya della Tripolitania. In Sinai, il gruppo di jihadisti locali ha rinominato il triangolo da loro controllato nel Nord-Est della Penisola come la wilaya del Sinai. Esiste, ma solo sulle mappe bianco-nere, anche una wilaya di Algeri e un’altra dell’Africa occidentale. Nella Penisola araba invece parte dell’ala qaedista dello Yemen si è affiliata all’Isis nella wilaya dello Hadramawt. Sulla carta le altre divisioni amministrative yemenite sono state rispettate e solo il termine wilaya è stato introdotto. In Arabia Saudita, i recenti attentati rivendicati dai jihadisti nella regione orientale sono stati marchiati a livello mediatico dalla wilaya del Najd. L’ultima frontiera, nel Caucaso e in Iran, l’Isis dice di operare clandestinamente, rispettivamente, nella wilaya Qawqaz (Caucaso) e in quella del Khorasan, ai confini con l’Afghanistan.

ISIS

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