16 Ottobre 2015

Il Ministero della Salute valuta l’obbligatorietà dei vaccini per chi va a scuola

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Il Ministero della Salute sta valutando la possibilità di un’ordinanza sull’obbligo di vaccinazioni per chi va a scuola. Sono in corso colloqui sindacali sull’ipotesi di togliere la convenzione col Sistema Sanitario ai medici che sconsiglino le vaccinazioni, perché “infedeli” verso il SSN. Lo ha confermato oggi a Milano Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione al Ministero della Salute, intervenuto a una conferenza stampa nell’ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti).

(tempi.it)

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Il Ministero della Salute valuta l’obbligatorietà dei vaccini per chi va a scuola. Un decalogo sul “futuro delle vaccinazioni in Italia” è stato presentato dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi e da Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, intervenuti a una conferenza stampa nell’ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti). Un decalogo “che fa parte integrante – ha sottolineato Siliquini – del piano vaccinale italiano presentato al Ministero già nello scorso giugno e di cui si sta discutendo in questi giorni, ma che è stato stralciato e presentato oggi per sottolinearne l’importanza, in un momento in cui le vaccinazioni in Italia sono scese sotto la soglia ‘rischio’ del 95%”.

Il decalogo cita quelli che sono i principi guida dei vaccini, a cominciare da sicurezza, efficacia, efficienza, organizzazione. Al quinto posto l’etica: perché “la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile”. Il sesto punto (la formazione), afferma che la vaccinologia deve essere inserita all’interno dei corsi universitari e anche fra gli obiettivi formativi della formazione continua per tutta l’area sanitaria.

I servizi sanitari sono poi chiamati anche all’informazione dei cittadini e a proporre strategie vaccinali che impattino significativamente su patologie gravose per la società. Quindi alle vaccinazioni devono essere dedicate risorse economiche e organizzative stabili, mentre va periodicamente valutato anche con studi indipendenti l’impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione. Infine, il punto 10, secondo cui deve essere favorita la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini. (ANSA)

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