23 Settembre 2015

Sanità, tagli ad esami “inutili”: più di 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale a rischio

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Sono oltre 200 le prestazioni a rischio inappropriatezza, comprese nell’elenco che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha consegnato ai sindacati medici nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio. Sul tavolo del confronto il decreto contro le prescrizioni inutili a cui sta lavorando il ministero e che preoccupa i camici bianchi, passibili di sanzioni se non giustificano adeguatamente le prescrizioni di questi esami.

(ilcaffe.tv)

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Più di 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale a rischio. Fra le oltre 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale oggetto del giro di vite, ce ne sono alcune di estrazione e ricostruzione dei denti, l’applicazione di apparecchi mobili o fissi; esami di radiologia diagnostica come Tac e risonanza magnetica della colonna, degli arti superiori e inferiori, densitometria ossea. E ancora, dovranno essere prescritti con precisi paletti esami di laboratorio come colesterolo totale e Hdl e Ldl, trigliceridi, solo in persone con più di 40 e con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità, da ripetere a distanza di 5 anni; test allergologici; test per valutare la compatibilità in caso di trapianto (tipizzazione genomica); esami di dermatologia allergologica.

A quanto si apprende i sindacati hanno 48 ore di tempo per fare le loro osservazioni tecniche, da riconsegnare l’elenco al ministro. Entro la fine della settimana arriveranno altre piccole osservazioni dal Consiglio superiore di sanità, che ha già espresso parere positivo facendo alcuni rilievi recepiti dai tecnici del dicastero. Lo schema di decreto andrà poi in Conferenza Stato-Regioni. Il ministro ha annunciato ai sindacati l’intenzione di avviare un tavolo tecnico con le Regioni, a cui spetta l’applicazione del provvedimento e delle eventuali sanzioni, in modo che l’attuazione sia omogenea in tutti il territorio nazionale. La Lorenzin ha ribadito infine che nella Legge di stabilità saranno inserite le nuove norme sulla responsabilità professionale per arginare il fenomeno della medicina difensiva.

L’elenco “si traduce nei fatti in un altro taglio alla sanità”, commenta Massimo Cozza, segretario Fp Cgil medici. “Abbiamo espresso la nostra contrarietà – spiega Cozza all’AdnKronos Salute – a questo sistema che prevede che siano i cittadini a pagare quando si ritiene che la prestazione sanitaria non rispetta le indicazioni di appropriatezza e che i medici siano sanzionati se invece la prescrivono e le loro motivazioni non vengono giudicate sufficienti. E’ un sistema punitivo sbagliato. E’ giusto avere linee guida e criteri contro l’inappropriatezza prescrittiva – prosegue – ma non si può procedere con diktat e ‘liste di prescrizione’, che rischiano di minare il rapporto di fiducia fra il medico e il cittadino. L’anamnesi è un atto medico complesso che non si può racchiudere in una griglia di criteri”. (ADNKRONOS)

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