19 Settembre 2015

Il Def guarda a imprese e famiglie, dal 2016 “Tesoretto” di 17,9 mld

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La flessibilità concordata con la Ue può assicurare un “tesoretto” di quasi 18 mld per il 2016. E grazie a questo margine, e alla riduzione della spesa pubblica, il Governo conferma i suoi obiettivi principali: il sostegno alle imprese e alle famiglie attraverso il taglio delle tasse. La pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def e della Relazione al Parlamento allegata chiariscono gli spazi di manovra della prossima legge di stabilità.

(morasta.it)

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Flessibilità. “L’indebitamento netto potrà aumentare, rispetto al profilo tendenziale, fino ad un importo massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti in sede europea, i margini di flessibilità correlati all’emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi), 19,2 miliardi nel 2017, 16,2 miliardi nel 2018 e 13,9 miliardi nel 2019”.

Tasse. “La riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica contribuiranno in misura prevalente al finanziamento delle misure qui descritte e al miglioramento qualitativo della spesa”. In particolare, “nel 2016 l’azione di Governo si concentrerà su: misure di alleviamento della povertà e stimolo all’occupazione, agli investimenti privati, all’innovazione, all’efficienza energetica e alla rivitalizzazione dell’economia anche meridionale ; sostegno alle famiglie e alle imprese anche attraverso l’eliminazione dell’imposizione fiscale sulla prima casa, i terreni agricoli e i macchinari cosiddetti ‘imbullonati’ ; l’azzeramento per l’anno 2016 delle clausole di salvaguardia previste da precedenti disposizioni legislative”. Per il 2017 è prevista “una riduzione della tassazione gravante sugli utili aziendali, con l’obiettivo di avvicinarla agli standard europei e di accrescere l’occupazione e la competitività dell’Italia nell’attrarre imprese ed investimenti”.

Pareggio di bilancio. Il Governo ritiene che “una riduzione ancora più corposa del deficit strutturale nel 2017 sarebbe controproducente e che un calo complessivo di 0,7 punti nel biennio 2017-2018 (e di due punti di PIL in termini di disavanzo nominale) costituisca già uno sforzo fiscale straordinario”. Pressione fiscale. Torna a scendere passando dal 43,1% del 2014 e del 2015 al 42,6% previsto per il 2016, includendo sia lo stop alle clausole di salvaguardia previste per il prossimo anno, sia il bonus di 80 euro. Il calo prosegue al 42,3% nel 2017, 42,2% nel 2018, 41,9% nel 2019 Privatizzazioni. Gli incassi sono stimati allo 0,4% del Pil quest’anno (6,4 miliardi), e allo 0,5% (8 miliardi) per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Disoccupazione. Il tasso di disoccupazione scende al 12,2% nel 2015 dal 12,7% del 2014. Nel 2016 calaall’11,9% per poi scendere all’11,3% nel 2017, al 10,7% nel 2018 e al 10,2% nel 2019. (ADNKRONOS)

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