23 Luglio 2015

“Meno tasse. Meno spesa”, Confcommercio: “La spesa pubblica locale è in eccesso per quasi 23 miliardi”

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Lo studio è stato presentato al convegno ‘Meno tasse. Meno spesa’. Adeguando spesa e livello dei servizi di tutte le Regioni agli standard elevati della Lombardia, secondo la ricerca, risultano spese ingiustificate per 22,9 miliardi.

(lastampa.it)

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Lo spreco delle risorse pubbliche locali ed il parere di Confcommercio “E’ uno spreco netto di risorse – sostiene l’organizzazione – che può costituire la base per una ragionevole riduzione del carico fiscale. Inefficienze e sprechi a livello territoriale, con differenziazioni notevoli tra le varie regioni e aree del Paese, ammonterebbero complessivamente a circa 74 miliardi di euro. Di questi, Confcommercio propone di reinvestirne 51 per migliorare la qualità e la quantità dei servizi pubblici locali in ampie aree del Paese, 23 miliardi di euro sono del tutto aggredibili e rappresentano delle vere e proprie inefficienze.

Con queste risorse il presidente dell’associazione, Carlo Sangalli, propone di ridurre di un punto percentuale ciascuna delle attuali cinque aliquote Irpef. Un intervento che costerebbe complessivamente poco meno di 8 miliardi di euro. “Questa pressione fiscale a livelli record – afferma – è una carico insopportabile per famiglie e imprese ed è incompatibile con qualsiasi realistica possibilità di crescita del Paese”. “Siamo di fronte a una ripresa ancora fragile che deve essere irrobustita. – ha detto Sangalli – Chiediamo al governo di vincere la scommessa di trasformare la ripresa in vera crescita”.

Secondo il presidente di Confcommercio, “la via obbligata” è intervenire su spesa pubblica improduttiva, che presenta ampi margini di riduzione. “Non chiediamo tagli lineari – ha precisato – ma di usare il bisturi per tagliare gli sprechi ritenuti aggredibili, che ammontano a 23 miliardi. Solo così si troveranno le risorse necessarie per ridurre tasse a famiglie e imprese e accelerare l’irrobustimento della crescita”. Sangalli ha quindi chiarito quali sono le richieste dell’organizzazione: “chiediamo al governo di cancellare le clausole salvaguardia se non si vuole cancellare la ripresa e chiediamo un sistema con pochi tributi, più equi, un fisco più affidabile con l’adozione di fabbisogni e costi standard. In altre parole, un fisco amico della crescita”. (ANSA)

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