19 Aprile 2015

Luino: “Indispensabile contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Sensibilizzare a partire dalle scuole”

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Si è tenuta ieri mattina una conferenza per sensibilizzare la popolazione e i cittadini tutti su un fenomeno da contrastare come quello della “violenza sulle donne”. I lavori son stati aperti dal sindaco Andrea Pellicini e dalle consigliere Simona Ronchi ed Enrica Nogara e, a seguire le due relazioni approfondite nelle quali i due avvocati hanno illustrato gli strumenti giuridici a tutela delle vittime e hanno raccontato le proprie esperienze con le donne abusate. A esito dell’incontro è emersa la volontà reciproca di organizzare nuove iniziative anche con la collaborazione di soggetti terzi tra i quali gli istituti scolastici.

(salutepiu24.com)

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Il commento della consigliera Simona Ronchi. “Una mattinata interessante, quella che ha avuto luogo ieri mattina presso la sala consiliare del Comune di Luino – commenta la Consigliera Simona Ronchi – in cui il pubblico ha interagito con le due relatrici, l’Avvocato Elisabetta Brusa e l’Avvocato Monica Alberti. Entrambe hanno frequentato corsi specifici in materia e hanno rapporti professionali con le associazioni a tutela delle donne vittime di violenza”.

Le parole della consigliera Enrica Nogara. “Innanzitutto – spiega Enrica Nogara -, vorrei ringraziare il sindaco per avermi invitata a questo importante evento, che conferma la crescente attenzione per un argomento a me molto caro e di grande impatto a livello nazionale e internazionale. Questo convegno nasce anche da una sollecitazione che avevo manifestato in occasione della presentazione al consiglio comunale del 28 gennaio 2014 della Mozione “Azioni di contrasto alla violenza sulle donne” che pur essendo stata presentata dalla minoranza della quale io faccio parte, è stata condivisa all’unanimità.
I dati dell’ISTAT ci dicono che sono più di 6 milioni le donne, tra i 16 e i 70 anni, vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita:
– la maggioranza di loro ha subito più episodi di violenza e per lo più tra le mura domestiche, ad opera di uomini con i quali hanno stabilito legami affettivi;
la violenza alle donne è la prima causa di morte, in base ad indagini realizzate sui dati inerenti i reati (fonte Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità), sia nei paesi ricchi che nei paesi poveri;
– da una recente indagine dell’ISTAT emerge che metà delle donne uccise lo sono per mano del loro marito o partner, ma i dati sono sempre in difetto rispetto alla realtà, in quanto nella quasi totalità dei casi le violenze intra familiari non vengono denunciate alle autorità giudiziarie;
– dall’88 ad oggi in Lombardia i Centri antiviolenza, 9 in tutta la Regione, hanno trattato i casi di ben 16.940 donne e 9.000 minori;
– al di là delle singole e gravi responsabilità degli autori dei delitti, appare evidente che un così alto tasso di violenza manifesta la diffusione capillare di disagio sociale e familiare, di probabili disturbi di natura patologica oltre ad un problema culturale ampio e penetrante. Problema che non riguarda solo le singole famiglie colpite, ma che interessa l’intera collettività e che mostra un intenso deficit per delle donne anche e soprattutto all’interno dei nuclei familiari;
i costi sociali dei maltrattamenti in famiglia sono altissimi dal momento che è ampiamente dimostrato che i soggetti che subiscono violenza, soprattutto i bambini maltrattati, perpetueranno le violenze subite”.

L’attivazione di strumenti sul territorio per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. “E’ perciò indispensabile affrontare e contrastare il fenomeno della violenza contro le donne iniziando con l’attivare strumenti di monitoraggio che rilevino periodicamente l’andamento del fenomeno. Appare opportuno – continua Enrica Nogara – un confronto fra gli amministratori e gli operatori pubblici e privati, che si occupano dei problemi precedentemente esposti, per garantire la necessaria informazione e sensibilizzazione sul tema, ritenendo che il dibattito possa essere utile ed importante al fine di individuare i punti deboli del territorio, le buone pratiche e le iniziative da attuare per la soluzione dei problemi. Tutte le agenzie educative: scuole, parrocchie, società sportive, operatori delle forze dell’ordine e di tutti gli enti pubblici e del privato sociale che nel territorio sono attivi, devono necessariamente essere coinvolti nell’individuare strumenti educativi e di promozione, a partire dall’età scolastica e per tutto il periodo formativo, al fine di diffondere una cultura di uguaglianza e pari opportunità tra uomini e donne”.

Il coinvolgimento delle scuole. “Occorre elaborare una formazione che coinvolga gli studenti di qualunque ordine e grado anche sui temi del bullismo, della sessualità, del linguaggio di genere, dell’educazione ai sentimenti e alla relazione, includendo, in questo percorso formativo, il corpo docente e la famiglia. Solo promuovendo progetti pedagogici che mirino a scardinare gli stereotipi di genere presenti nella società e tutte le forme di violenza, a partire da quella maschile contro quella femminile, si potrà cercare di diffondere una cultura alternativa alla violenza. Con la collaborazione di tutti coloro che si spendono per la crescita delle nuove generazioni, insegnanti, dirigenti scolastici, educatori, assistenti sociali, medici di base, forze dell’ordine, si potrà contribuire a favorire il benessere nelle relazioni interpersonali, a promuovere un ambiente rispettoso delle differenze, a insegnare il rispetto dell’altro, per permettere a uomini e donne di costruirsi un’alfabetizzazione degli affetti, una competenza amorosa basata sul rispetto che li metta al riparo dalle relazioni violente. Mi auguro che, dopo questo importante evento di sensibilizzazione – conclude Nogara -, si possano promuovere nel corso dell’anno e, in particolare in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulla donna (25 novembre), altri momenti e iniziative volti a sensibilizzare e a riflettere su questo importante tema”.

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