31 Dicembre 2014

Medio Oriente: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu boccia la risoluzione palestinese. Convocata riunione d’emergenza a Ramallah

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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha respinto la notte scorsa la risoluzione palestinese che chiedeva la fine dell’occupazione israeliana dei Territori entro il 2017 e un accordo di pace con Israele entro il 2015. A favore hanno votato otto paesi, ma gli Usa, che hanno diritto di veto, si sono espressi contro assieme all’Australia. Cinque paesi si sono astenuti.

(marinacastellaneta.it)

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Il veto degli Stati Uniti e nessuna fine per l’occupazione israeliana nei Territori. La risoluzione doveva essere approvata da 9 paesi per poter passare ma gli Stati Uniti avrebbero comunque opposto il loro veto al progetto. Hanno votato contro Stati Uniti e Australia, a favore Russia, Cina, Francia, Argentina, Ciad, Cile, Giordania e Lussemburgo. Si sono astenuti Regno Unito, Lituania, Nigeria, Repubblica di Corea e Ruanda. Dopo il voto, la rappresentante americana Samantha Power ha commentato la scelta di Washington precisando: “Abbiamo votato contro la risoluzione non perché siamo soddisfatti dello status quo. Abbiamo votato contro perché la pace deve essere frutto di compromessi difficili raggiunti al tavolo negoziale”. “Riteniamo che si tratti di un errore strategico”, ha commentato da parte sua l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin. “Non possiamo condividere le obiezioni di quanti ritengono che la bozza di risoluzione minasse le prospettive del negoziato di pace”.

La leadership palestinese ha convocato una riunione d’emergenza a Ramallah. Lo ha annunciato il capo dei negoziatori palestinesi Saeb Erekat, dichiarando che Ramallah valuterà diverse opzioni e ”considererà i prossimi passi” da compiere. La bocciatura della risoluzione da parte dell’Onu è stata quindi definita dal diplomatico palestinese come ”un colpo al diritto internazionale” “Chi non ha sostenuto la proposta palestinese, sostiene la sfida di Israele, la costruzione degli insediamenti e la violazione del diritto internazionale”, ha detto Erekat. L’ago della bilancia è stata la Nigeria, che passando dal sostegno all’astensione ha determinato la bocciatura del testo.

Soddisfatto il governo israeliano. Secondo il viceministro degli Esteri, Tzaji Hanegbi, la scelta dell’esecutivo Onu dimostra che “è possibile raggiungere un accordo storico solo attraverso negoziati diretti e senza precondizioni”. L’esponente del Likud ha quindi esortato i palestinesi a riprendere il dialogo con Israele. Anche l’ex negoziatore capo israeliano Tzipi Livni si è rallegrata per la decisione di respingere la risoluzione sul ritiro israeliano dai Terriori entro il 2017 e su un accordo di pace entro 12 mesi. Tuttavia, ha osservato, questa “non e’ una bella mattina per Israele” che dovrà ora sostenere una battaglia politica sulla scena internazionale con il presidente palestinese, Mahmud Abbas.

La posizione degli Stati Uniti contraria alla risoluzione palestinese. “La nostra posizione sulla risoluzione non è cambiata”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Jeff Rathke, dopo che i palestinesi avevano detto di ritenere di avere la maggioranza necessaria di nove voti nel Consiglio d sicurezza Onu. “Vi sono alcuni paesi che hanno indicato di non poter sostenere questa risoluzione – ha detto il portavoce – anche fra i paesi che sono da tempo sostenitori dei palestinesi e hanno indicato il loro voto favorevole, molti hanno riconosciuto che si tratta di una risoluzione non costruttiva e in un momento sbagliato”. (ADNKRONOS)

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