2 Ottobre 2014

La Rai torni alle origini ed insegni l’inglese agli italiani. A chiederlo è il presidente degli Utenti di Pubblicità Associati

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La Rai deve dare vita al suo pieno ruolo di servizio pubblico, contribuendo alla crescita del Paese, ad esempio insegnando l’inglese agli italiani. E’ quanto chiede il presidente dell’Upa (Utenti di Pubblicità Associati), Lorenzo Sassoli de Bianchi, in una ampia intervista all’AdnKronos dove fa il punto sull’andamento degli investimenti pubblicitari in Italia, suggerisce la via per incrementarli, quantifica il peso della tv per gli investitori, si pronuncia sulla riforma della Rai.

(meridiananotizie.it)

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La Rai come strumento sociale per la cultura degli italiani. “Se la Rai tornasse a fare servizio pubblico come negli anni ’60 e ’70, potrebbe veramente dare un contributo ad una evoluzione positiva dell’Italia che non sta dando certo il meglio di sé, né sul fronte dell’innovazione né sul fronte della civiltà e dell’economia. Se la Rai, che ha insegnato l’italiano agli italiani, tornasse a fare Servizio Pubblico ora dovrebbe insegnare l’inglese e non mi pare che lo stia facendo”. Dice Sassoli de Bianchi riferendosi con quel “ha insegnato l’italiano agli italiani” alla stagione televisiva del “maestro” Manzi, pedagogista e scrittore che fra il 1960 ed il 1968 conduceva la trasmissione didattica “Non è mai troppo tardi”.

La tv assorbe il 50% degli investimenti pubblicitari in Italia. Anche in tema di pubblicità sul piccolo schermo, pur nel generale calo degli investimenti pubblicitari in Italia, per la tv “non è mai troppo tardi” per rastrellare risorse dato che, come dice il presidente dell’Upa, “la televisione rimane il totem irrinunciabile per chi vuole investire in Italia sul largo consumo. Assorbe, infatti, più del 50% degli investimenti pubblicitari nel nostro Paese. Un dato costante, crisi o non crisi”. (ADNKRONOS)

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