9 Agosto 2014

Estate, l’Italia non chiude per “ferie”. La crisi “tiene” aperto il 50% dei negozi e delle imprese

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Niente strade deserte e saracinesche abbassate d’agosto: questa è una cartolina che ormai appartiene al passato. Sono sempre meno, infatti, i pubblici esercizi ed i negozi italiani che chiudono per le ferie estive, e nel 2014 si stima che almeno un’impresa su due rimarrà aperta per tutto il mese di agosto. Le eventuali chiusure si limiteranno al weekend di Ferragosto, con l’esclusione delle località turistiche. E’ quanto emerge dalle rilevazioni di Confesercenti.

(montagna.tv)

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L’indagine della Confesercenti sulle imprese aperte in Italia nel corso dell’estate 2014. E’ Confesercenti a stimare che nel corso dell’estate ben un’impresa su due, nel mese di agosto, rimarrà aperta. La causa è da attribuire alla crisi che continua ad imperversare nel nostro paese. Così, il dato delle aperture d’agosto è una media per tutto il territorio nazionale, anche se si registrano picchi a seconda delle località e della tipologia di impresa. Ad esempio, riferisce Confesercenti, a Catania manterrà la saracinesca alzata l’80% dei pubblici esercizi, stessa quota degli esercizi alimentari che garantiranno il servizio a Roma; a Firenze, invece, si registra l’apertura del 65% delle attività del settore Food, inclusi gli esercizi di somministrazione e l’offerta che giunge dai 33 mercati rionali e dai mercati coperti di S. Lorenzo e S. Ambrogio. A Torino rimarranno attivi soprattutto i pubblici esercizi del centro storico (85% di imprese aperte), mentre nelle restanti zone del capoluogo piemontese la percentuale di aperture di negozi alimentari e di bar e ristoranti si aggirerà tra il 40 ed il 50%.

La crisi dei consumi brucia 1,7 miliardi e 20mila imprese. Nei primi sei mesi del 2014, prosegue Confesercenti, si sono persi 1,7 miliardi di consumi e 20mila imprese nel settore del commercio e del turismo. “Incertezze economiche e meteo – spiega Confesercenti – hanno rallentato l’esodo dalla città, e le imprese commerciali si sono adeguate nella speranza di recuperare un po’ di vendite. Sono le motivazioni economiche, infatti, a pesare più di tutti: secondo le nostre stime, nei primi 6 mesi del 2014 abbiamo perso circa 1,7 miliardi di consumi, cui si aggiunge la scomparsa, nello stesso periodo, di oltre 20mila attività nel commercio e nel turismo”. “Si rimane aperti d’estate, dunque, per non chiudere per sempre- evidenzia Confesercenti – in autunno, quando assisteremo a un diluvio di balzelli, a partire da Tari e Tasi, che potrebbero trasformarsi in una vera e propria stangata per le imprese”. (ADNKRONOS)

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