10 Giugno 2017

Luino, dopo 38 anni di insegnamento ultimo giorno di scuola per il professor Zanzi

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“Faccio fatica a non commuovermi”. Con queste parole inizia la conversazione con Guido Zanzi, professor di Disegno e di Storia dell’Arte del Liceo Scientifico “V. Sereni” di Luino. Per Guido, così è chiamato amichevolmente dai tanti studenti luinesi che lo hanno avuto come professore, mercoledì è stato l’ultimo giorno di scuola, dopo ben 39 anni anni di insegnamento. Dal 2000 era insegnante di ruolo a Luino. “Ah, un’ultima cosa: non se ne parla di andare in pensione, ho dato già la mia massima disponibilità per progetti extra-scolastici!”.

(Foto © Luca Bramati)

Luino, dopo 38 anni di insegnamento ultimo giorno di liceo per il professor Zanzi. E’ commosso Guido Zanzi, conosciuto professore di Disegno e Storia dell’Arte, che, dal 2000, insegna al Liceo Scientifico “V. Sereni” di Luino. Centinaia e centinaia i ragazzi e le ragazze che lo hanno avuto come insegnante e che, dietro al sorriso e alla professionalità didattica, hanno sempre trovato un uomo disponibile con tutti, anche in progetti extrascolastici. Non da ultimo, infatti, quello che alcuni studenti porteranno in scena nelle prossime settimane ispirato a “Into the Wild”, che evidenzia l’amore per lo spettacolo e, soprattutto, per la musica, che il professor Zanzi non ha mai nascosto. Ma Guido, ora, dopo ben trentott’anni scolastici di insegnamento, mercoledì ha tenuto la sua ultima lezione in classe (ndr, nella foto con gli alunni di 4C del liceo). Aveva iniziato ad insegnare nel 1979, per poi arrivare all’I.S.I.S. di Luino nel 1996 e passare al Liceo Scientifico “V. Sereni” nel 2000. All’inizio della sua carriera è stato professore in diverse scuole tra Gavirate, Varese e provincia.

“Per me è molto difficile dire che vado in ‘pensione’ – racconta il professore Guido Zanzi -. E’ una parola che non mi piace, come ‘nonno’. Ma dopo trentotto anni di insegnamento, arrivato quasi a 64 anni, è arrivato anche il mio momento. Ci tengo a dire, però, che mi ritengo una persona estremamente fortunata. Sono passato da una situazione di mezzo bicchiere vuoto, nella quale pensavo che mi sarei realizzato solo facendo l’architetto, ad amare l’insegnamento per il Disegno e per la Storia dell’Arte. In questi ultimi anni ho capito non solo di non aver rinunciato a nulla, ma anche di aver trovato qualcosa di meglio: poter fare questo lavoro, quello di insegnare, e farlo a Luino per diciassette anni è stato un grande onore ed una bellissima esperienza. Quotidianamente a contatto con i ragazzi che, con tutti i pro ed i contro del caso, ti danno una grande carica. Chi ha buona volontà e voglia di mettersi in gioco al Liceo di Luino può farlo, c’è spazio per poterlo fare. Di questo non posso far altro che ringraziare tutti i dirigenti scolastici che ho avuto, colleghi, collaboratori e anche i ragazzi. Sono persone meravigliose che ho avuto la fortuna di avere intorno a me. La gratifica più grande è quella di generazioni di persone che si ricordano di me ed immagino significhi che hanno apprezzato il mio modo di insegnare con passione. Il destino a volte è migliore di quello che si vorrebbe costruire per la propria vita da giovane, e a me è andata così”. Guido e da settembre cosa farai? “Non se ne parla di andare in pensione, ho già dato la mia massima disponibilità per collaborare a progetti ed iniziative extra-scolastiche, non smetterò mai di fare quello che mi piace”.

Il post Facebook del liceale Thomas Soldan, dedicato al professor Zanzi. “Buon giorno ragazzi, sono il professor Zanzi e volevo mettere in chiaro subito una cosa: il tempo del paese dei balocchi è finito […]”. Così il 12 settembre 2013 ci siamo conosciuti. Era l’inizio di una lunga esperienza scolastica, che ha portato ad apprendere la tua ‘geometria descrittiva’, che per noi rimarrà sempre disegno tecnico, l’uso del CAD e a guardare in modo diverso l’arte che abbiamo intorno a noi. Accanto a questo però va messo anche l’enorme bagaglio di esperienze umane che abbiamo vissuto: la gioia per la buona riuscita di un musical, il domandarsi cosa non va nel modo giusto quando ci sono problemi, la gestione della tensione negli eventi e soprattutto saper trasmettere i nostri sentimenti alle altre persone. Ci hai insegnato a fare le cose con passione e a non fermarci mai davanti alla nostra curiosità; a essere franchi con noi stessi e avere sempre uno sguardo critico su tutto. Ora un po’ di tristezza si insinua nel mio cuore in quanto non volevo che andasse a finire in questo, ma non posso che essere felice perché mi ha fatto riflettere sul privilegio che ho avuto di essere tuo alunno. L’ultima campanella della tua carriera è suonata, ma io so che si aprirà presto una nuova finestra. Una finestra sulle nostre esperienze che ci vedranno ancora assieme nelle quali saremo ancora chiamati a fare quello che abbiamo sempre fatto. Sono solo un po’ di parole ma forse quella più importante e bella è e rimarrà sempre: grazie”.

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