14 Marzo 2017

Le vittime del bullismo restano in silenzio, i segnali da non sottovalutare

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Subiscono, il più delle volte in silenzio, senza chiedere quasi mai aiuto. Sono ragazzi comuni, ma con fragilità più marcate di quelle dei loro coetanei e per questo facili prede per il branco in cerca di un sadico divertimento. Sono le giovani vittime di bullismo, oggi ancora una volta balzate agli onori della cronaca per l’agghiacciante caso di Vigevano, dove un 15enne è stato costretto a subire reiterate angherie e violenze sessuali da parte di un gruppo di compagni di scuola, ora rinchiusi in un carcere minorile.

(crisisprevention.com)

Le vittime del bullismo restano in silenzio, i segnali da non sottovalutare. Ma se si potesse tracciare, quale sarebbe l’identikit di una potenziale vittima di bullismo? A tracciarne un profilo è il prof. Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria presso il dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Chieti. “Il profilo di personalità di un ragazzo vittima potenziale di bullismo – spiega Di Giannantonio – è sicuramente quello di una fragilità, vulnerabilità e insicurezza che si porta dietro le stimmate della configurazione di un carattere passivo con elementi di masochismo. Le violenze, i soprusi e i traumi ai quali il giovane è esposto non fanno che peggiorare una situazione di partenza: attraverso i traumi, infatti, la vulnerabilità potenziale di un ragazzo può sfociare in una psicopatologia”. Una psicopatologia che può diventare sempre più pesante, sottolinea l’esperto, “perché questi ragazzi non solo non hanno la forza per chiedere aiuto, ma sono anche passivi rispetto alle minacce dei persecutori che gli impediscono di parlare con ulteriori minacce, dando così vita a un circolo vizioso”.

I campanelli d’allarme. Ma quali sono i segnali, i campanelli d’allarme che potrebbero far capire a un genitore se il figlio adolescente è vittima di bullismo? “Il segnale più grave – spiega ancora Di Giannantonio – è l’isolamento sociale: questi ragazzi tendono infatti ad essere ai margini delle attività socializzanti della scuola, privi di iniziative o attività proprie, fuori dai circuiti delle feste, da quelli ricreativi. Sono isolati, mancano di iniziative personali, hanno un vissuto frustrante e difficile rispetto alla vita sociale”, sottolinea lo psichiatra. “Si tratta di psicopatologie dette evitanti – che comprendono cioè disagio, isolamento, imbarazzo – alle quali fra le vittime spesso si associa uno stato depressivo, un’eccessiva perdita di peso o un peso eccessivo con manifestazioni bulimiche, un tono dell’umore di tipo crepuscolare. Questi sono segnali da non sottovalutare”. (ADNKRONOS)

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