7 Febbraio 2017

Calcio, mafia e ultrà. Procura: “La Juve non è parte lesa e non concorre nel reato”

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“Alto Piemonte”. E’ questo il nome dell’operazione che ha svelato i rapporti tra mafia e la società juventina: la gestione del bagarinaggio attorno agli eventi sportivi risultava a vantaggio di entrambe le associazioni. Messaggi di protesta dai tifosi storici della Juve che lasciano vuoti centinaia di posti tra gli spalti dello stadio durante le partite, a dimostrazione che il momento è particolarmente delicato.

Calcio, mafia e ultrà. Procura: "La Juve non è parte lesa e non concorre nel reato"

(calciomercato.com)

Calcio, mafia e ultrà. Procura: “La Juve non è parte lesa e non concorre nel reato”. “Secondo la Procura di Torino la Juventus non è parte lesa ma neanche concorre nel reato: dunque, c’è una grande zona grigia che è esattamente il terreno su cui la Commissione ha il dovere di investigare anche per proporre poi soluzioni normative”. Lo ha detto il presidente del Comitato Mafia e Sport della Commissione Antimafia, al termine dell’audizione dei pm di Torino sul caso che ha sfiorato la Juve.

La mafia e la gestione del bagarinaggio. Il caso riguarda le infiltrazioni della ndrangheta al nord, inchiesta che ha lambito la Juve per possibili interessi delle cosche sulla rivendita dei biglietti e di cui però nessun dirigente è indagato. “La valutazione” che fanno i pm ha proseguito Di Lello, “è che per portare avanti una accusa in sede processuale occorrono elementi che non hanno ravvisato nei casi in questione. E’ una valutazione che rispettiamo. C’è la piena consapevolezza da parte dei dirigenti della Juve e nessun documento, nessuno svantaggio: i biglietti li vendevano. Conoscere queste modalità di gestione ha suscitato qualche perplessità all’interno del Comitato; ci ritorneremo, ora continuiamo il nostro lavoro in queste settimana con l’audizione sul Catania”. (ANSA)

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