24 Gennaio 2017

Bullismo e cyberbullismo: Lombardia vara legge per prevenzione e assistenza

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Coinvolti 71mila ragazzi lombardi tra i 15 e 24 anni. Per il 2017 la Regione stanzia i primi 300mila euro. 

Luino, al via un progetto dei Servizi Sociali per tutelare i giovani dal cyberbullismo

( Foto © Oliver Berg)

Bullismo e cyberbullismo: Lombardia vara legge per prevenzione e assistenza. Regione, scuole, centri di aggregazione giovanile, istituzioni formative, aziende, società sportive dilettantistiche, penitenziari: un’unica grande rete per monitorare e contrastare i fenomeni di bullismo e cyber bullismo, offrendo assistenza concreta e specialistica alle vittime. Da oggi la Lombardia ha una legge che ha per obiettivo il contrasto ai fenomeni di bullismo e cyber bullismo, che il Consiglio ha approvato a larga maggioranza con 56 voti favorevoli e nessun voto contrario (1 consigliere astenuto e 6 non hanno partecipato al voto).

Con i primi 300mila euro stanziati per il 2017, la Lombardia mette in campo con una nuova legge una serie di azioni per affrontare un’emergenza che ha già toccato sul territorio regionale 71mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni (addirittura 230mila i giovani che conoscono amici vittime di bullismo secondo l’indagine svolta dal gruppo di lavoro «Semi di melo» in collaborazione con l’Università Bicocca). La legge, condivisa in maniera bipartisan all’interno della Commissione Cultura, ha avuto come relatori Fabio Pizzul (PD) e Jari Colla (Lega Nord). L’emergenza viene affrontata dal provvedimento in tutti i suoi risvolti: bullismo telematico, realizzazione e diffusione online di video e immagini, molestie all’interno di chat-room, blog o forum, web-reputation, bullismo a sfondo sessuale. La legge costruisce e finanzia percorsi di assistenza alle vittime attraverso psicologi ed esperti certificati, anche con il supporto di associazioni e istituzioni attive sul territorio.

“Questo è un punto di partenza –ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo– che consente già oggi di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per interpretare, combattere ma anche prevenire questo preoccupante fenomeno: i numeri descrivono la dimensione di un problema che colpisce molti ragazzi e le loro famiglie  È un fenomeno grave e difficile da combattere e il nostro Consiglio regionale con questa legge intende contrastarlo, in collaborazione con le associazioni impegnate in questo settore, le scuole e gli enti competenti, un fenomeno pervasivo che mina le relazioni tra le persone. Bisogna lavorare sulla prevenzione, ma anche aiutare le vittime del bullismo e coloro che commettono questi atti di violenza perché possano cambiare il loro comportamento”.

“Finalmente la Lombardia ha una legge per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyber bullismo – ha dichiarato il relatore Fabio Pizzul (PD) – Dopo un lungo percorso in Commissione Cultura e istruzione (la proposta risale al dicembre 2014) e qualche evitabile forzatura per l’approdo in Consiglio regionale, la legge si pone al fianco di coloro che già si impegnano per la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno. Il provvedimento ha l’ambizione di creare e rafforzare una rete regionale per la prevenzione e il contrasto al bullismo coinvolgendo tutti i soggetti che già operano sul territorio. Viene istituita una Consulta regionale sul bullismo con il compito di monitorare il fenomeno e valorizzare le iniziative esistenti e di suscitarne di nuove. La dotazione finanziaria è troppo esigua, ma credo che il segnale culturale che questa legge offre ai lombardi sia importante: di fronte al bullismo e al cyber bullismo non si può e non si deve rimanere indifferenti. Peccato che il Movimento 5 Stelle non abbia partecipato al voto finale”.

Con questa legge – afferma il relatore Jari Colla (Lega Nord) – la Lombardia si impegna in maniera concreta a combattere un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e preoccupante. La Regione si conferma all’avanguardia nel monitoraggio di questa emergenza, soprattutto puntando sulla prevenzione. Si è fatto un lavoro condiviso e di qualità:  soltanto con una stretta collaborazione fra azione istituzionale, impegno della scuola e monitoraggio delle famiglie si potrà riuscire a ridimensionare, e magari anche sconfiggere, un malcostume pericoloso e incivile”.

Con gli emendamenti presentati dai relatori si è voluta rimarcare l’attenzione alle certificazioni del personale che entrerà in contatto con i minori, prevedere il coinvolgimento delle istituzioni formative e non solo scolastiche, formalizzare la collaborazione con gli assessorati regionali competenti, inserire la figura dell’esperto di social networking in collaborazione con la Polizia postale, esplicitare che sarà il Coni a designare il rappresentante delle associazioni sportive. Rispetto al testo originale, la legge approvata prevede una relazione annuale. Un emendamento all’articolo 7, sottoscritto dai due relatori (approvato con 38 si, 7 no e 19 astenuti), ha precisato la norma finanziaria recependo la relazione tecnico-finanziaria non esaminata dalla Commissione Bilancio. Su questo tema all’inizio del pomeriggio l’Aula ha respinto la richiesta di rinvio in Commissione presentata da Iolanda Nanni (M5S), motivo per cui il gruppo M5S ha deciso di non partecipare alla votazione finale.

È un momento importantissimo – ha commentato Luca Ferrazzi, Presidente della Commissione Cultura – un essenziale passo di civiltà perché con la discussione e l’approvazione di questa legge, la Lombardia diventa la prima regione a istituire una legge in cui si propone di tutelare e valorizzare la crescita educativa, sociale e psicologica dei minori, di promuovere e sostenere azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo nelle sue diverse manifestazioni, compreso il cyber bullismo. Miriamo ad attivare un ampio spettro di interventi di prevenzione sia in ambito scolastico sia nei luoghi di aggregazione, coinvolgendo le famiglie ed utilizzando campagne di sensibilizzazione e di informazione, sviluppando iniziative sui temi della legalità e del rispetto reciproco”.

L’Aula ha anche approvato due Ordini del giorno. Il testo proposto dal Movimento 5 Stelle invita la Giunta a promuovere accordi e forme di collaborazione con altre realtà nazionali, regionali o locali dei Paesi dell’Unione europea, mentre il documento firmato dal PD chiede garanzie affinché i finanziamenti previsti vengano assegnati entro la fine del 2017 per garantire l’organizzazione di progetti e percorsi formativi in vista del prossimo anno scolastico. Il voto finale ha registrato il voto a favore dei consiglieri di maggioranza, del PD, del Patto Civico e di SEL, astenuta Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto Fuxia People). I consiglieri del M5S non hanno partecipato al voto.

La legge in sintesi.

La Consulta. La proposta di legge è composta da 7 articoli e istituisce  presso la Giunta regionale la Consulta sul bullismo e cyberbullismo, allo scopo di raccogliere informazioni e iniziative per individuare percorsi e di valorizzare le diverse iniziative esistenti, promuovendo forme di collaborazione e di azione comune per giungere a creare una rete di sostegno agli adolescenti più fragili e di contenimento di coloro che mettono in atto comportamenti che possano configurarsi come prevaricatori e violenti nei confronti dei coetanei. La Giunta regionale trasmette al Consiglio annualmente una relazione con i risultati conseguiti nel prevenire e contrastare il fenomeno.

Beneficiari. Potranno accedere ai finanziamenti Comuni, istituzioni scolastiche e Ufficio scolastico regionale, Asst, penitenziari, Terzo Settore, associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro del Coni. Tra le azioni finanziabili campagne di informazione e sensibilizzazione, iniziative culturali, sociali e ricreative sui temi della legalità e del rispetto reciproco, formazione sull’uso consapevole di internet e degli strumenti informatici, sostegno alle vittime, programmi di recupero per gli autori di atti di bullismo.

I dati. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, tra i ragazzi che usano cellulare e Internet il 5,9% ha denunciato di avere subito ripetutamente atti vessatori tramite sms, mail, chat o social network. Il 7,1% delle vittime sono ragazze contro il 4,6% dei maschi. E ancora: il recente studio effettuato su un campione di adolescenti lombardi e realizzato dal gruppo di lavoro ‘Semi di melo’, in collaborazione con l’Università Bicocca e con il sostegno di Regione Lombardia, rivela che il 20,5% degli intervistati dichiara di non trovare alcuna differenza nelle relazioni via web o personali; il 42% dei minorenni e il 43% dei maggiorenni hanno incontrato dal vivo persone conosciute online, il 18% è incappato nella diffusione di proprie immagini imbarazzanti e il 45% conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti/osè.

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