10 Gennaio 2017

Book-Therapy alla Psichiatria di Cittiglio: i pazienti potranno portare con sé i libri non terminati durante la degenza

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La Book-Therapy, prassi consolidata da tempo nel reparto psichiatrico di Cittiglio, è stata importata dagli Stati Uniti dove è nata agli inizi del ‘900 ed ha continuato a diffondersi grazie agli innumerevoli risvolti positivi che ha sui pazienti. Oggi questa pratica nell’Ospedale di Cittiglio compie un passo avanti, regalando ai pazienti il libro che che li ha accompagnati durante la degenza, qualora al momento delle dimissioni non sia stato ancora terminato.

Book-Therapy alla Psichiatria di Cittiglio: i pazienti potranno portare con sé i libri non terminati durante la degenza

Book-Therapy alla Psichiatria di Cittiglio: i pazienti potranno portare con sé i libri non terminati durante la degenza. Al fine di promuovere l’umanizzazione dell’ambiente ospedaliero, da anni è a disposizione dei pazienti del reparto psichiatrico dell’Ospedale di Cittiglio una biblioteca che offre numerosi libri da leggere per rendere meno noiosa la giornata. Da pochi giorni, anche allo scopo di promuovere la lettura, si è avviata una nuova prassi: il libro che un paziente ha iniziato a leggere, ma che non ha ancora terminato, viene regalato alle dimissione.

La Book-Therapy tra difesa del cartaceo e prevenzione di disagi sociali. “La biblioterapia – spiega il primario dr. Isidoro Cioffi – è un crescente movimento di opinione che si propone di difendere il libro cartaceo, oggi in crisi più che mai in un paese come l’Italia in cui si legge pochissimo e dove bisognerebbe, in prima istanza, educare i bambini, fin dalla più tenera età, ad amare, apprezzare, cercare il libro come si fa con il migliore amico. Ciò costituirebbe una forma di prevenzione ai disagi sociali come l’abbandono scolastico, le dipendenze, la depressione in età avanzata. La book-therapy nasce agli inizi del ‘900 negli Stati Uniti, dove è tutt’oggi molto diffusa così come in Inghilterra”.

“Un buon libro – aggiunge il dr. Marco Piccinelli, psichiatra – può appagare in maniera variegata, aiutare a sentirsi capiti, meno soli, a maturare in senso psicologico e culturale, ad allargare i propri orizzonti, a superare barriere e pregiudizi, a vedere la vita da altri punti di vista”. “Un libro – aggiunge la caposala del reparto, Nicoletta Bezzolato – può regalarci emozioni, relax, compagnia”.

Tutti i libri sono generose donazioni di associazioni e semplici cittadini. I mobili della libreria, frutto di un lascito, sono stati restaurati grazie a un gruppo riabilitativo attivato in reparto, coordinato dall’infermiere Pietro Palamara.

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