Era il 21 novembre del 1976 quando Rocky, film cult che diede vita a una fortunatissima saga, sbarcò nelle sale americane. Chi non ricorda a 40 anni dal suo primo round il giovane e quasi sconosciuto Sylvester Stallone nei panni del pugile italo-americano che urla stremato ‘Adrianaaaaa’ al termine dell’incontro o la famosissima corsa finale dell’allenamento sulla scalinata del Philadelphia Museum of Art.
(ytimg.com)
Affascinato dall’incontro di boxe tra Muhammad Alì e Chuck Wepner, Stallone scrisse la sceneggiatura completa del film con cui ha vinto 3 Oscar (Miglior film, Miglior regia e Miglior montaggio) e ben 6 nomination, tra cui quella come Miglior attore protagonista. Realizzato in appena 28 giorni con un budget di 1,1 milioni di dollari, ne incassò al botteghino 225. “Se c’è un esempio di miracolo cinematografico, allora quello è il nostro film – ha più volte detto Sly Stallone – Non potrà mai Robertpiù accadere. Sarebbe impossibile rifarlo oggi e trovare il budget. E’ stata veramente una possibilità su un milione. Su un miliardo. E’ ancora oggi la più grande soddisfazione della mia vita”.
I segreti del film che pochi conoscono: Rocky non è il vero nome del personaggio: lo “Stallone Italiano” all’anagrafe risulta come Robert Balboa. Il soprannome lo prese dal vero pugile Rocky Marciano; Stallone ha avuto l’idea di scrivere Rocky ispirato dal combattimento tra Muhammad Ali e Chuck Wepner. L’incontro durò 15 round e venne vinto da Ali per KO tecnico; prossimamente al cinema sarà possibile vedere un film biografico sulla vita di Wepner “The Bleeder”; nel 1977 Rocky vinse l’Oscar come miglior film: è il primo dramma sportivo a ricevere questo riconoscimento; i produttori di Rocky hanno provato fino alla fine a liberarsi di Stallone come protagonista del film: non lo volevano perché era uno sconosciuto. Per il ruolo erano stati considerati Robert Redford e Burt Reynolds; Carl Weathers ha ottenuto il ruolo di Apollo Creed in Rocky, insultando Stallone durante il provino, dicendo: “Fatemi provare la scena con un attore vero” ; la scena in cui Rocky confessa ad Adriana di non poter battere Apollo è stata interamente improvvisata, ed ha convinto i produttori in un unico ciak; le scene del combattimento finale sono state provate per un totale di 35 ore, perché doveva essere tutto perfetto; Rocky doveva avere un finale diverso: Balboa sarebbe dovuto scendere dal ring e raggiungere Adriana tra la folla, ma è stato preferito il fermo immagine del loro abbraccio sulle note della musica di Bill Conti, per un film che resterà per sempre nella storia.
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