| 7 Novembre 2016

Manovra, scontro tra Junker e Renzi: “L’Italia ci attacca, ma non ottiene risultati sperati”

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Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, avverte il premier, Matteo Renzi: l’Italia, dice, non smette di attaccare Bruxelles a torto. Il presidente del consiglio: “Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno”.

Renzi e insieme a Junker (ANSA / US PALAZZO CHIGI)

Renzi e insieme a Junker (ANSA / US PALAZZO CHIGI)

L’Italia non cessa di attaccare la Commissione, a torto, ma questo non sortisce i risultati sperati“. Lo sottolinea il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, intervenendo ad un convegno organizzato dalla European Trade Union Confederation, a Bruxelles. “L’Italia oggi – continua Juncker – può spendere 19 miliardi di euro in più di quelli che avrebbe potuto spendere se io non avessi riformato il patto di stabilità nel senso della flessibilità”. “Sono del parere, in particolare per quanto riguarda l’Italia, che bisognerà, come saggezza vuole, che noi prendiamo in considerazione il costo dei terremoti e dei rifugiati. Ma il costo addizionale legato ai migranti e ai terremoti per l’Italia – spiega Juncker – è dello 0,1% del Pil, quando l’Italia ci aveva promesso di arrivare ad un deficit dell’1,7% nel 2017 e ora ci propone un deficit del 2,4% a causa dei terremoti e dei rifugiati, mentre il costo si riduce allo 0,1%. Noi siamo in stretti contatti con il governo italiano, come con altri governi, per tenere d’occhio la situazione, ma non si può più dire che le politiche di austerità con questa Commissione continuano come prima”.

La risposta di Renzi. “Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli”. Così il premier Matteo Renzi in risposta alle parole del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. “Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità vogliano o meno i funzionari di Bruxelles”, insiste Renzi. (ADNKRONOS)

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