18 Ottobre 2016

Luino, questa sera la proiezione del documentario sul furto della Gioconda. L’intervista al regista

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Peruggia, Louvre, Parigi, Gioconda e Dumenza. Tanti elementi che si fondono in un mistero che ha lo stesso profumo delle nostre valli, che porta il nome di Vincenzo Peruggia, l’uomo che rubò la Gioconda nel lontano 1911. Abbiamo incontrato Joe Medeiros, regista e ideatore del documentario, e Justine Medeiros, produttrice e moglie di Joe. Il documentario verrà proiettato al Teatro Cinema Sociale di Luino questa sera, martedì 18 ottobre, alle ore 21.

Joe Medeiros, regista e ideatore del documentario e Justine Medeiros

Perché si è occupato di questo tema per il suo documentario?

Joe: “Ho letto una frase in un libro nel 1976. Una frase recitava che la Monalisa era stata rubata da un lavoratore italiano nel 1911. Fino ad allora non lo sapevo. Il fatto che fosse stato proprio un italiano mi ha intrigato date le mie origini. Mi incuriosiva sapere come questo semplice lavoratore fosse riuscito a rubare la Monalisa. Quando ho iniziato ad appassionarmi a questa storia abitavo a Philadelphia, non parlavo italiano o francese e non avevo la possibilità di venire fino in Italia per scoprire la vera storia del furto della Gioconda. Quindi mi dovevo documentare sui libri e ognuno raccontava una storia diversa e c’era confusione sul perché Peruggia avesse commesso questo furto: era un criminale, era un patriottico o forse, semplicemente pazzo. Nel 2008 abbiamo scoperto che la figlia di Peruggia, Celestina, era viva e abitava a Dumenza, cosi siamo venuti a trovarla. Speravamo che lei potesse darci la risposta alla domanda che per tanti anni mi aveva incuriosito, ma sembrava che io ne sapessi più di lei. Vincenzo, suo padre, morì quando Celestina aveva un anno e mezzo e la famiglia non le ha mai parlato di questa storia. Così abbiamo deciso di aiutarla a scoprire la verità e siamo andati con suo figlio Silvio a Parigi non solo al Louvre e dove abitava Vincenzo Peruggia a Parigi, ma anche dove aveva nascosto la Monalisa”.

 Cosa avete trovato in Francia?

Justine: “Siamo andati a vedere dove ha portato la Monalisa, con la figlia di Celestina, Graziella. Così abbiamo trovato la risposta. Siamo stati fortunati, perchè alcuni nostri collaboratori in Francia hanno trovato i documenti della polizia, del tribunale e dello psicologo che aveva visitato Peruggia. Nessuno aveva mai cercato questi documenti e noi siamo andati alla fonte per trovare le risposte alle nostre domande”.

Joe: “Come giornalisti, anche voi siete più sicuri di avere delle informazioni basate su una fonte attendibile: documenti su cui sono riportate anche le parole dello stesso Vincenzo Peruggia. Ma questa è anche la storia personale di Celestina, figlia di Vincenzo, che si è dimostrata molto emotiva parlando del padre. Lei, come noi, voleva chiudere una volta per tutte questa storia, che ha scoperto solo all’età di 20 anni perché prima non le era mai stata raccontata”.

Quanto rientra Luino nella storia del furto della Gioconda?

Joe: “Luino ha una parte importante nel film, perché quando hanno arrestato Peruggia a Firenze, la polizia di Luino si è recata nella casa di Celestina a Dumenza per farle delle domande. Lì hanno trovato delle lettere che Vincenzo aveva scritto alla famiglia da Parigi e raccontava della sua decisione di portare il quadro a Firenze. Celestina e gli altri della famiglia non avevano mai visto queste lettere. C’è anche una storia fantastica su Cadero, e noi abbiamo visto il tavolo dove si dice avessero nascosto la Gioconda. Ci sono storie che raccontano di altri che hanno rubato il quadro al posto di Peruggia, ma non ci sono prove”. Scherzando aggiunge: “Se qualcuno dovesse avere delle prove, potremmo fare un altro film”.

Qual’è il ricordo più piacevole legato alla produzione del film?

Joe: “Celestina. Eravamo persone che arrivavano dagli Stati Uniti e siamo stati invitati da lei in casa come se fossimo parte della famiglia. Ha avuto fiducia in noi e ci ha aperto il suo cuore”.

La Gioconda è di per sé ancora un mistero e, tra i visitatori che si recano al Louvre per ammirarla, qualcuno si chiede se davvero sia la vera Gioconda ad essere esposta e non una sua copia. Siamo proprio sicuri che quella originale non è ancora nascosta sotto un tavolo delle valli luinesi?

“Monalisa is missing” ha ricevuto premi e riconoscimenti, quali “Best Editing – DocUtah”, “Best Historical Documentary” (San Antonio Film Festival); “Best Documentary” (Amelia Island Film Festival), “Audience Choice Award” (RxSM Film Festival, Austin) e “Special Award” (San Joaquin International Film Festival).

Questa sera, prima della proiezione, interverrà Matteo Carassini dei “Trenincorsa”, che ha scritto una canzone dedicata al Peruggia e al furto della Gioconda.

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