8 Maggio 2016

A Philadelphia un ricercatore italiano scambiato per un terrorista viene fatto scendere dall’aereo

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Disavventura farsesca per un ricercatore italiano quarantenne, Guido Menzio, economista alla University of Pennsylvania, costretto a scendere da un volo della American Airlnies. Una sua vicina aveva scambiato i calcoli di un’equazione differenziale che stava risolvendo sul retro di un menu di un ristorante per un testo in arabo.

Guido Menzio (Facebook)

Guido Menzio (Facebook)

A Philadelphia un ricercatore italiano scambiato per un terrorista viene fatto scendere dall’aereo. In attesa di decollare dall’aeroporto di Philadelphia, stava risolvendo un’equazione differenziale sul suo block notes, quando la passeggera che gli stava accanto, insospettita da quegli strani segni e dai suoi tratti mediterranei, lo ha accusato di essere un terrorista. E’ successo a Guido Menzio, torinese, professore di economia all’università della Pennsylvania.

L’accaduto che ha coinvolto il professore italiano. Secondo quanto riporta il Washington Post, l’economista era diretto a Syracuse, nello stato di New York, per tenere un discorso alla Queen’s University di Ontario, in Canada. Mentre era a bordo del volo 3950 dell’American Airlines, ha raccontato Menzio su Facebook, “la passeggera seduta accanto a me ha chiamato l’hostess e le ha passato un biglietto”. Ad insospettirla, probabilmente, anche i capelli scuri e ricci, la pelle olivastra e l’accento straniero del giovane docente della prestigiosa Ivy League. A quel punto l’aereo, pronto a decollare, è tornato indietro. Il professore è stato quindi fatto scendere e portato davanti ad alcuni agenti della sicurezza a cui ha potuto spiegare che quegli ‘scarabocchi’ sul suo taccuino non erano i dettagli scritti in arabo, o un’altra lingua straniera, o anche qualche codice terrorista segreto per distruggere decine di vite di innocenti a bordo dell’aereo. Quelle scritte erano semplicemente appunti di matematica.

Menzio, che ha insegnato anche a Princeton e Stanford, riferisce il Washington Post, ha dichiarato di essere stato “trattato rispettosamente” ma allo stesso tempo ha stigmatizzato che “il sistema di sicurezza (che dovrebbe prevenire attentati) non raccoglie informazioni efficientemente” come ha dimostrato il suo caso. Alla fine le autorità si sono scusate con Menzio che è stato autorizzato a reimbarcarsi sul volo.

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