13 Aprile 2016

Il presidente al-Sisi: “Regeni non è stato ucciso dai servizi segreti egiziani”

Tempo medio di lettura: 2 minuti

“Noi egiziani abbiamo creato un problema con l’assassinio” di Giulio Regeni. Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in un incontro con esponenti politici, sindacati e ong in Parlamento. Sisi ha ribadito le sue condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano. Le parole del presidente sono riferite dai tweet di Daily News Egypt.

(middleeastmonitor.com)

(middleeastmonitor.com)

“Noi egiziani abbiamo creato il problema dell’omicidio del giovane italiano” Giulio Regeni. Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, in un discorso presso il parlamento del Cairo. Al-Sisi ha quindi rivolto nuovamente le sue condoglianze alla famiglia del ricercatore trovato morto sulla strada tra il Cairo e Alessandria il 3 febbraio scorso. L’inchiesta sull’uccisione del ricercatore italiano viene condotta dalle autorità egiziane con la “massima trasparenza”, ha affermato il presidente in un discorso trasmesso in diretta televisiva. Sulla vicenda non indaga solo il ministero dell’Interno ma indagano anche “il procuratore generale, la magistratura egiziana”, ha detto al-Sisi. “Il caso Regeni ha attirato grande attenzione alla luce delle eccellenti relazioni con l’Italia – ha proseguito il presidente egiziano -. La leadership italiana è rimasta al fianco dell’Egitto dopo il 3 giugno 2013”, quando sono iniziate le proteste contro l’allora presidente Mohammed Morsi, poi destituito da al-Sisi.

Il presidente al-Sisi ha accusato i media e i social network di aver “fabbricato la crisi” legata all’omicidio: “Bisogna smetterla con le bugie e con le illazioni che qualcuno di noi mette in giro”, ha detto il presidente parlando in diretta televisiva. “Siamo noi che abbiamo creato il problema dell’omicidio del giovane italiano”, ha aggiunto, puntando anche il dito contro persone “malvagie” in Egitto, che vogliono mettere in imbarazzo il Paese a livello internazionale. “Dall’inizio della vicenda – ha proseguito – alcuni di noi hanno accusato gli apparati di sicurezza attraverso i social network e molti di noi hanno preso per buone queste notizie”. Al-Sisi ha quindi invitato i giornalisti a non basarsi solo sui social come fonte: “Chi fa il giornalista – ha detto – deve avere fonti, deve fare ricerche”.

Intanto pressing dell’Italia su Regeni, Egitto apre sui tabulati. L’Italia si appresta a intraprendere nuove iniziative di pressione nei confronti dell’Egitto per far luce sul caso Regeni. Il primo passo è stato l’incontro tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l’ambasciatore al Cairo Maurizio Massari, in cui c’è stata una “prima valutazione” delle nuove misure da adottare. La diplomazia italiana ha incassato il sostegno di un partner europeo di peso, la Gran Bretagna, che ha chiesto formalmente un’indagine “trasparente” all’Egitto. E Il Cairo, da parte sua, ha apparentemente aperto uno spiraglio evocando la possibilità di consegnare i tabulati telefonici – il principale oggetto della contesa giudiziaria – agli inquirenti italiani. (ANSA)

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

I commenti sono chiusi.

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127