8 Febbraio 2016

Migranti, altra strage nel Mar Egeo: morte 38 persone, tra cui 11 bambini. In Italia prima sentenza sulla tratta di essere umani

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Un barcone è naufragato oggi a poca distanza dall’isola di Lesbo, 24 le vittime. In un altro naufragio davanti alla costa turca sono affogati undici migranti, mentre una neonata siriana è morta di fame e freddo in Turchia. Intanto in Italia oggi c’è stata la prima sentenza sulla tratta di esseri umani: il gup di Palermo, Angela Gerardi, ha condannato a pene comprese tra due e sei anni e quattro mesi sei africani.

(Foto di archivio - fanpage.it)

(Foto di archivio – fanpage.it)

E’ salito ad almeno 38 morti il bilancio dei due naufragi avvenuti oggi nel mar Egeo, al largo delle coste della Turchia. Tra le vittime ci sono 11 bambini. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca Dha, aggiungendo che quattro migranti sono stati salvati. Uno dei barconi è affondato nella baia turca di Edremit, nella provincia di Balikesir, l’altro più a sud, al largo dalla città di Dikili, nella provincia di Izmir. Entrambi stavano cercando di raggiungere l’isola greca di Lesbo. Ancora non è nota la nazionalità dei profughi annegati.  Una neonata siriana di un anno, invece, è stata trovata morta alla stazione dei bus di Adana, nel sud della Turchia, dove era giunta con la madre dopo un viaggio di oltre 100 km a piedi da Aleppo, in fuga dalla guerra. Secondo i primi rilievi, la piccola Garam sarebbe morta per malnutrizione e freddo.

E’ stata emessa dal gup del Tribunale di Palermo la prima sentenza in Italia che riconosce l’esistenza di un’organizzazione di trafficanti di esseri umani. Il gup Angela Gelardi ha condannato sei imputati, altri tre sono latitanti, a pene comprese tra due e quattro mesi e sei anni e quattro mesi di reclusione. Il processo, che si è celebrato con il rito abbreviato, nasce dall’inchiesta “Glauco 1” aperta dopo il naufragio di un barcone a Lampedusa che nell’ottobre 2013 costò la vita a più di 300 persone. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo, Maurizio Scalia, e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri. “L’indagine ha dimostrato – avevano sostenuto i pm Ferrara e Camilleri durante la requisitoria al gup – che l’organizzazione opera come un vero e proprio network criminale, con diverse cellule operanti nei territori di riferimento, cui vengono attribuiti compiti specifici e determinati al fine di organizzare, in prima battuta, i “viaggi della speranza” di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini dall’Africa verso l’Italia favorendone così l’ingresso e la permanenza clandestina in Italia”.

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