21 Gennaio 2016

Russia, caso Litvinenkofu: inchiesta britannica accusa Putin. “Probabilmente approvò omicidio”

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L’omicidio nel 2006 dell’ex agente del Kgb Alexander Litvinenkofu “probabilmente” approvato dal presidente russo Vladimir Putin. Sono queste le conclusioni della commissione pubblica d’inchiesta britannica presieduta da Sir Robert Owen.

Andrei Lugovoi, a sinistra, e Dmitry Kovtun in una foto scattata a Mosca nel 2007 (Foto © BBC)

Andrei Lugovoi, a sinistra, e Dmitry Kovtun in una foto scattata a Mosca nel 2007 (Foto © BBC)

Russia, caso Litvinenkofu: inchiesta britannica accusa Putin. “Probabilmente approvò omicidio”. Sir Owen ha affermato in una conferenza stampa di ritenere probabile che l’ordine di uccidere l’ex spia russa, divenuto collaboratore dei servizi segreti britannici, venne approvato da Putin e da Nikolai Patrushev, ex direttore dei servizi segreti russi e uomo forte della cerchia ristretta del capo del Cremlino. Litvinenko, che aveva 43 anni, fu avvelenato con l’isotopo radioattivo polonio-210 ingerito mentre beveva del tè nel bar di un albergo londinese.

Principali indiziati dell’omicidio sono i due agenti russi Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun. Nel suo rapporto, Owen afferma: “Sono certo che Lugovoi e Kovtun misero il polonio-210 nella tazza da tè al Pine Bar, il 1 novembre del 2006”. La vedova di Litvinenko, Marina, si è detta “molto felice” delle conclusioni del rapporto. Come riporta la Bbc, la donna, parlando con i giornalisti ha affermato: “Le parole pronunciate da mio marito nel suo letto di morte, quando accusò Putin, sono state confermate da un tribunale inglese”. Il ministro dell’Interno Theresa May interverrà oggi alla Camera dei Comuni per illustrare la reazione del governo britannico alle conclusioni dell’inchiesta.

Il premier David Cameron ha già ricevuto martedì in anteprima il rapporto che, oltre a confermare le responsabilità dei due agenti russi Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun, mette sul banco degli imputati direttamente il Cremlino. Fonti citate dall’agenzia di stampa Interfax spiegano che la Russia non autorizzerà l’estradizione in Gran Bretagna di Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun e neanche aprirà un caso giudiziario a loro carico, nemmeno dopo le conclusioni dell’inchiesta indipendente Gb, in cui si ribadisce il coinvolgimento dei due ex agenti del Kgb come esecutori dell’omicidio.

“Mosca non accetterà il verdetto dei giudici britannici. Londra ha violato il principio della presunzione di innocenza”, è il commento di un’altra fonte citata dall’agenzia Ria Novosti. Per Lugovoi, eletto alla Duma con il partito Liberal democratico, le conclusioni del caso aperto in Gran Bretagna per fare luce sull’uccisione con il polonio di Aleksandr Litvinenko nel 2006 sono “un patetico tentativo di Londra di usare gli scheletri nell’armadio a fini politici”. “Le accuse contro di me e Kovtun sono prive di senso”, ha aggiunto.

Il giudice Robert Owen si dice “sicuro che (Lugovoi e Kovtun, ndr) abbiano messo il polonio 210 nella teiera al Pine Bar dell’Hotel Millennium il primo novembre del 2006”, come si legge nel rapporto conclusivo dell’inchiesta. E considera “probabile” che Lugovoi abbia avvelenato Litvinenko su direzione dell’Fsb, con “anche Kovtun in azione sotto direzione dell’Fsb”. “L’operazione per l’uccisione di Litvinenko è stata probabilmente approvata da Nikolai Patrushev (allora, e fino al 2008, direttore dell’Fsb) e da Vladimir Putin”, si legge anche nel rapporto. (ADNKRONOS)

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