28 Novembre 2015

Situazione sempre più complicata tra Russia e Turchia: scambi d’accuse, ritorno ai visti e nessun colloquio

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Il presidente francese Francois Hollande promette di distruggere l’Isis, mentre non si placa lo scontro tra Russia e Turchia dopo il jet abbattuto da Ankara in Siria. Le misure di rappresaglia russa continuano.

(rand.org)

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Alla Francia “colpita al cuore”, il capo dell’Eliseo ha promesso “solennemente” che distruggerà “l’esercito di fanatici” dell’Isis. “Non cederemo né alla paura né all’odio”, ha assicurato Hollande, unico oratore dinanzi alle circa 2mila persone (tra i quali anche diversi feriti e i familiari di molte delle vittime), raccolte nei cortili d’onore del palazzo des Invalides, dove era idealmente riunito l’intero Paese.”E’ stato un atto di guerra organizzato lontano ed eseguito con freddezza in nome di una causa folle e di un Dio tradito”, ha insistito Hollande. Senza mai nominare l’Isis, ha identificato il nemico nel “fanatismo che vuole sottomettere l’uomo a un ordine umano, all’oscurantismo”. In Belgio per le stragi di Parigi è stato incriminato un sesto uomo, fermato ieri a Bruxelles.

La crisi tra Russia e Turchia per il jet abbattuto da Ankara alla frontiera con la Siria si aggrava con accuse e minacce in quella che è diventata una guerra di parole. Il presidente della Duma Serghei Naryshkin si è spinto fino a dire che Mosca ha il diritto di rispondere anche sul piano militare a quello che è stato un “deliberato omicidio di nostri militari e deve esse punito”. Il Cremlino non risponde a Erdogan, perchè non vede volontà da parte di Ankara di chiedere scusa, ha spiegato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. Il Cremlino, ha aggiunto, ha ricevuto una richiesta ufficiale da parte del presidente turco per incontrare Vladimir Putin il quale è anche al corrente dei tentativi del leader di Ankara di avere con lui una conversazione telefonica. Da parte sua, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ribadito di “non voler mettere a repentaglio le relazioni” con la Russia, ma ha invitato il Cremlino a “non giocare con il fuoco”.

In un discorso trasmesso in diretta tv, il leader turco ha puntualizzato che quanto accaduto non è stato “intenzionale” bensì dovuto “all’applicazione automatica delle regole d’ingaggio”. Quindi non ha escluso di incontrare il collega russo Vladimir Putin a margine dell’inaugurazione della Conferenza sul Clima, lunedì prossimo, ma ha aggiunto un non rassicurante “voglio vederlo faccia a faccia”. Erdogan ha accusato Putin di aver pronunciato “parole inaccettabili” nei confronti della Turchia e di “puntare a estendere ad altri settori” la disputa sul caccia abbattuto. Il presidente turco ha liquidato come “calunnie” le accuse di Mosca, secondo cui Ankara acquisterebbe clandestinamente petrolio dall’Isis, e le ha anzi ribaltate, sostenendo che gli Stati Uniti “hanno prove documentate della vendita al regime siriano” di idrocarburi da parte dello stesso Isis e persino “di compagnie russe”.

In una nuova mossa di ritorsione Mosca, che, tra le altre cose, aveva già chiesto ai concittadini in Turchia di tornare a casa, e sconsigliato ai russi di andare in Turchia, ha annunciato che dal primo gennaio sospenderà il regime senza visti in vigore oggi. Oggi i russi possono recarsi in Turchia senza visto per un massimo di 60 giorni. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu si è detto fiducioso in un miglioramento delle relazioni in tempi brevi, e ha annunciato un accordo per un incontro con il collega Serghei Lavrov a margine della ministeriale Osce del 3-4 dicembre a Belgrado. “Crediamo di poter risolvere il problema per vie diplomatiche. Ho anche parlato al telefono con Lavrov e abbiamo concordato di incontrarci a Belgrado. Credo che le tensioni saranno ridotte nei prossi giorni”, ha affermato.

Lavrov ha spiegato che la Russia ritiene che “il governo turco abbia oltrepassato il limite ammissibile e rischia di portare la Turchia in una situazione difficile in termini di interessi nazionali a lungo termine, e dal punto di vista della situazione nella regione”. Mosca non ha escluso il richiamo dalla Turchia dei suoi attacchi militari, quello addetto alla difesa e quello delle forze armate di terra, dopo aver già sospeso la cooperazione militare con Ankara, incluso il coordinamento per evitare incidenti nelle operazioni militari in Siria. La Turchia ha smentito, seppure in forma ufficiosa, le indiscrezioni di stampa secondo cui avrebbe sospeso i bombardamenti anti-Isis in Siria in cambio di un’analoga sospensione russa dei voli a ridosso del confine turco. “La nostra politica resta invariata”, hanno assicurato fonti governative che hanno preteso l’anonimato. “Di conseguenza, asserzioni del genere non sono corrette. Rimaniamo pienamente impegnati nella lotta all’Isis”. Proseguono intanto in Russia le proteste di piazza anti-turche. A Mosca attivisti dell’ala giovanile di Rodina, partito conservatore allineato con il Cremlino, hanno fatto sfilare una bara con un pupazzo gonfiabile con le fattezze del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e hanno poi il finto feretro all’ambasciata di Turchia. Lungo il percorso avevano deposto qua e là corone funebri con una “dedica” sui nastri: “Dai patrioti russi ai burattini degli Stati Uniti”. La polizia ha arrestato due degli organizzatori, ma li ha rilasciati non appena è emerso che si trattava di consiglieri municipali. (AGI)

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