10 Novembre 2015

Addio al filosofo francese André Glucksmann, sempre impegnato per i diritti umani

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E’ morto André Glucksmann. Il filosofo francese, noto per il suo impegno per i diritti umani, aveva 78 anni ed è spirato nella notte di lunedì. Ne ha dato notizia il figlio con un post su Facebook: “Il mio primo e migliore amico non c’è più”, ha scritto. “Ho avuto – prosegue il post – una incredibile opportunità di conoscere, ridere, discutere, viaggiare, giocare, fare tutto e nulla con un uomo buono e eccellente”. Espressione intellettuale del maggio francese, Glucksmann aveva fatto parte con Bernard-Henri Lvy della corrente dei “nouveaux philosophes”.

Il filosofo  André Glucksmann nel 2010 (20minutes.fr)

Il filosofo André Glucksmann nel 2010 (20minutes.fr)

Glucksmann era nato il 19 giugno 1937 a Boulogne-Billancourt in una famiglia di origini ebraiche dell’Europa centrale e orientale. Con l’intellettuale di centrodestra Raymond Aron, di cui fu assistente alla Sorbona, avviò gli studi geopolitici. Inizialmente entusiasta della rivoluzione cinese, nel 1975 ruppe clamorosamente con il marxismo pubblicando La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento, saggio che segnò un’epoca e fu venduto in decine di migliaia di copie.

Alla fine degli anni Settanta insieme con Jean Paul Sartre e l’intellettuale liberale Raymond Aron fece fronte comune per il sostegno ai “boat people”, in fuga dal Vietnam comunista. L’impegno per i diritti umani, infatti, era per Glucksmann una costante a prescindere e contro le prese di posizioni ideologiche. Il totalitarismo in tutte le sue forme era il suo nemico, per battere il quale Glucksmann non esitò a chiedere l’intervento armato in quelle circostanze che esigono uno schieramento militare a difesa dei più deboli. Fu il caso della guerra nel Kosovo nel 1999, che lo vide invocare un attacco contro la Serbia. “Il discorso della guerra” è uno dei suo libri più importanti, in grado di suscitare il dibattito all’interno della sinistra europea sulla giustezza o meno del ricorso alla violenza per fermare un dittatore, come nel caso di Saddam Hussein e dell’intervento in Iraq nel 2003.

Con il passare del tempo divenne sempre più critico nei confronti del “pacifismo”, fino a sostenere l’intervento contro la Serbia durante la guerra in Kosovo nel 1999 e più di recente quelli in Libia e in Siria, sempre in nome dei diritti dell’uomo. Prese anche le difese degli indipendentisti ceceni e negli ultimi anni il suo avversario principale è stato il presidente russo Vladimir Putin.

Un percorso complesso, quello di Glucksmann: ha sempre rivendicato il suo essere di sinistra, ma non ha esistato ad appoggiare Nicolas Sarkozy nelle presidenziali del 2007, ignorando la candidata socialista Segolene Royal.

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