4 Novembre 2015

Trattativa Stato-mafia: assolto l’ex ministro Mannino “per non aver commesso il fatto”

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Il gup di Palermo, Marina Petruzzella, ha assolto l’ex ministro Calogero Mannino dall’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato nel processo stralcio nella così detta trattativa Stato-mafia, “per non aver commesso il fatto”. “Impugneremo la sentenza. Noi andiamo avanti”. Così i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi hanno commentato la sentenza.

(toscananews24.it)

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Trattativa Stato-mafia: assolto l’ex ministro Mannino. Mannino, nella ricostruzione della procura, temendo per la sua incolumità, grazie ai suoi rapporti con l’ex capo del ros Antonio Subranni, nel ’92, avrebbe fatto pressioni sui carabinieri perché avviassero un “dialogo” con i clan. In cambio si sarebbe adoperato per garantire un’attenuazione della normativa del carcere duro. L’ex ministro si è sempre difeso negando ogni coinvolgimento nelle vicende che gli sono state contestate. Dopo 23 mesi di processo la procura ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. Prosegue, intanto, davanti alla corte d’assise il processo agli altri imputati – ex ufficiali dell’arma, boss, pentito e Massimo Ciancimino – che, a differenza di Mannino, hanno scelto il rito ordinario e non l’abbreviato.

“Grazie”. Così, rivolgendosi ai suoi legali, Mannino, ha commentato la sentenza. Mannino, nella ricostruzione della procura, temendo per la sua incolumità, grazie ai suoi rapporti con l’ex capo del ros Antonio Subranni, nel ’92, avrebbe fatto pressioni sui carabinieri perché avviassero un “dialogo” con i clan. In cambio si sarebbe adoperato per garantire un’attenuazione della normativa del carcere duro. L’ex ministro si è sempre difeso negando ogni coinvolgimento nelle vicende che gli sono state contestate. Dopo 23 mesi di processo la procura ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. Prosegue, intanto, davanti alla corte d’assise il processo agli altri imputati – ex ufficiali dell’arma, boss, pentito e Massimo Ciancimino – che, a differenza di Mannino, hanno scelto il rito ordinario e non l’abbreviato. “Spero che sia per Mannino la fine di un incubo giudiziario”, ha detto, commentando la sentenza di assoluzione del suo cliente, l’avvocato Nino Caleca, uno dei legali dell’ex ministro Dc.

“Questa di oggi è sicuramente una decisione coraggiosa che conferma la fiducia che ho sempre mantenuto nella giustizia e nei giudici, nonostante sia stato vittima dell’accanimento e dell’ostinazione di alcuni pm”. Lo ha detto, dopo avere appreso della sua assoluzione, l’ex ministro Dc Calogero Mannino che non ha mai nominato il pm Vittorio Teresi, pubblica accusa anche nel processo per concorso esterno che lo ha visto imputato, ma al quale chiaramente l’ex politico rivolge le sue pesanti parole.

“Il pm Di Matteo, nel processo per la strage di via d’Amelio ha fatto condannare persone innocenti per colpa della sua ostinazione. Forse con me voleva fare lo stesso”. Non risparmia pesanti critiche ai pm che l’hanno processato per la cosiddetta trattativa Stato-mafia l’ex ministro DC Calogero Mannino. Mannino, dopo 23 mesi di processo, è stato assolto dal gup. La pubblica accusa era rappresentata dai pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.

“Impugneremo la sentenza. Noi andiamo avanti”. Così i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi hanno commentato la sentenza di assoluzione dell’ex ministro Dc Calogero Mannino nel processo stralcio per la cosiddetta trattativa Stato-mafia. “Valuteremo se impugnare la sentenza dopo averne letto le motivazioni”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi dopo l’assoluzione dell’ex ministro Dc Calogero Mannino nel processo stralcio per la cosiddetta trattativa Stato-mafia. Il gup ha assolto l’imputato dopo una brevissima camera di consiglio con la formula “per non aver commesso il fatto”. Il processo si celebrava in abbreviato.

Manifestazione del popolo delle Agende rosse sotto il Palazzo di giustizia di Palermo subito dopo la sentenza di assoluzione dell’ex ministro Calogero Mannino dall’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato. Un gruppo di esponenti dell’associazione, che era parte civile nel processo appena concluso, ha esposto un manifesto con le foto di Carlo Vizzini, Carlo Martelli, lo stesso Mannino e la scritta: “Questi uomini sono rimasti vivi perché qualcuno ha trattato con la mafia. Giustificateli tutti”. E poi le fotografie di alcune vittime di Cosa nostra, da Giovanni Falcone a Rosario Livatino con su scritto: “Persone invece ammazzate perché hanno scelto di non trattare con la mafia”.(ANSA)

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