21 Agosto 2015

Roma: Casamonica, “funerale show” per il boss. La vicenda finisce in Parlamento

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Il funerale show di Vittorio Casamonica a Roma in stile “Il Padrino” diventa un caso politico, ed è bufera. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha chiesto una dettagliata relazione al prefetto Franco Gabrielli. Oggi Sinistra Ecologia e Libertà presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno.

(Foto © panorama.it)

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Roma: Casamonica, “funerale show” per il boss. La vicenda finisce in Parlamento. Quartiere della Tuscolana in tilt questa mattina per i funerali di Vittorio Casamonica, 65 anni, esponente di spicco dell’omonimo clan da tempo osservato speciale della procura di Roma per le attività illecite (droga, riciclaggio e usura) svolte nella porzione sud-est della città. Per celebrare l’ultimo saluto di Casamonica, nella chiesa di Don Bosco, colma di gente, non si è badato a spese: una carrozza con i bassorilievi dorati trainata da sei cavalli neri, un elicottero che ha lanciato petali di rose e una banda musicale che all’ingresso del feretro in chiesa ha rievocato le note de “Il padrino” e al termine della funzione la colonna sonora di “2001 Odissea nello spazio”. Sulla bara, trasportata da una Rolls-Royce, un’immagine di padre Pio. Una vicenda che presto sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno. Sinistra Ecologia Libertà, attraverso il capogruppo a Montecitorio Arturo Scotto e la deputata Celeste Costantino, si chiede come sia possibile celebrare un funerale in questa maniera: “Scene che sembrano prese da un film ma che accadono oggi nella realtà viva della Capitale del nostro paese. Non può essere consentito a nessuno l’apologia della malavita. Chiediamo che vengano prese le distanze da parte delle autorità religiose e pensiamo che le autorità civili debbano dare qualche risposta su quanto accaduto, a partire dalla questura. Quei funerali possono apparire un fenomeno di folclore, ma in realtà sono un messaggio chiaro di impunità da parte dei clan: esistiamo ancora e siamo potenti. Inaccettabile in uno stato democratico”.

Dello stesso tenore anche l’intervento di Angelo Bonelli che parla di “messaggio di forza nei confronti dello Stato e di ricchezza ostentata”. “Chiedo – evidenzia il coportavoce dei Verdi – come sia stato possibile che nel centro di Roma un elicottero abbia potuto volare cosi’ basso e che un funerale cosi’ sfarzoso sia stato celebrato in una chiesa”.

Chi era Vittorio Casamonica? Vittorio Casamonica, 65 anni, uno dei maggiorenti dell’omonimo clan che viene ritenuto responsabile di attività illecite come usura, racket e traffico di stupefacenti nell’area sud est della città. “Hai conquistato Roma, ora conquista il paradiso” e “Vittorio Casamonica re di Roma” recitavano alcuni manifesti apparsi davanti la parrocchia che lo ritraevano a mezzo busto con una corona in testa, il Colosseo e il cupolone sullo sfondo. Una folla di persone ha voluto portargli l’ultimo saluto. “Era una brava persona, corretto” hanno commentato alcuni conoscenti al termine della messa.

Una chiesa, la Don Bosco a Cinecittà, non nuova alle cronache. Si è scoperto che quella parrocchia, sormontata da una caratteristica cupola, è la stessa che nel 2006 negò i funerali a Piergiorgio Welby. Malato di Sla, in fase terminale, Welby chiese ai sanitari di staccare la spina (fu eretto a simbolo dell’eutanasia) e gli furono vietati i funerali religiosi. Ma non è tutto: in quella quella stessa parrocchia nel ’90 è stato celebrato il rito funebre del boss della Magliana Renato De Pedis (poi sepolto nella Chiesa di S. Apollinare, ma questa è un’altra storia). Un intreccio inquietante di fatti e di circostanze che all’improvviso, nell’ apparente quiete agostana sono esplose simultaneamente investendo la Capitale, il Vicariato, la Sicurezza, la Legalità. Con il mondo politico e delle istituzioni (soprattutto locali) rimasti spiazzati.

Immediata è stata la presa di posizione del vicariato che non ha nascosto il proprio “imbarazzo” ma ha sottolineato che il parroco certo non poteva rifiutare la celebrazione. “Roma trasformata in un set del padrino è uno sfregio”, ha attaccato il commissario romano Matteo Orfini”. Quanto accaduto “è una offesa a Roma e dimostra che la mafia a Roma esiste”, ha affermato il vicesindaco Marco Causi. Considerazioni condivise da Rosy Bindi presidente della commissione Antimafia, allarmata dal “clima di consenso che ha accompagnato una simile messinscena”. Preoccupato anche Don Luigi Ciotti per il quale “a maggior ragione dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi” è “compito della Chiesa denunciare e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo”. Allarmato anche il sindaco Ignazio Marino che ha chiamato il Prefetto “perché siano accertati i fatti con il dovuto rigore”. “È intollerabile – ha scritto sui social network – che i funerali siano strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi”.

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