2 Agosto 2015

Agassi vs Agassi, “Indoor” vs “Open”: la carriera di Andre raccontata da lui e dal padre

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agassi

“Indoor” racconta la vita di Mike Agassi, un uomo che ha avuto tante esperienze e passato brutti momenti. Ma è sufficiente per giustificare il suo comportamento quasi disumano con il figlio? In “Open” Andre parla del padre come fosse un orco, per il quale ha esaudito il suo grande desiderio: diventare uno dei tennisti più forti del mondo. Due visioni differenti, due libri che spaziano a 360° sulla carriera e sulla vita del ragazzo di Las Vegas.

Si intitola “Indoor – La nostra storia“, la biografia di Mike Agassi, edita da Piemme. L’86enne è stato affiancato da Dominic Cobello per raccontare la sua vita: per lui, ex pugile armeno, trasferitosi prima in Iran ed emigrato illegalmente negli Usa poi, l’integrazione non è stata affatto semplice. Poi l’amore per il tennis, quasi un’ossessione, cercando tra i quattro figli quello con un futuro da campione. Ed è così che Andre, il più piccolo, comincia ad essere seguito costantemente dal padre con metodi poco ortodossi: la macchina sparapalle, lunghe ore di allenamento nel campo dietro casa, tornei da vincere a tutti i costi. Tuttavia il libro non parla solo del suo aspetto duro e severo, ma anche delle relazioni con gli altri figli, dei problemi di analfabetismo e dei vari cambiamenti avvenuti nel mondo del tennis. Infine, una parte del libro non può che essere riservata alla carriera di Andre: gli esordi, le sue provocazioni e ribellioni, le pesanti sconfitte, il primo matrimonio, gli enormi guadagni…

Mike è molto anziano, ma ancora lucido. Ciò che più sorprende è che dichiara apertamente di non pentirsi del suo comportamento, e che, anzi, rifarebbe ancora il tiranno, perché aveva intuito le forti potenzialità del figlio e sapeva dove poteva arrivare. Un padre mai soddisfatto, nonostante le numerose vittorie e la conquista della vetta della classifica mondiale da parte del figlio. Questo ha influito non poco su un giovane Andre, che, non sentendo il suo appoggio, perdeva ogni motivazione in campo. Mike ci tiene a sottolineare come il suo libro era già stato abbozzato nel 2004 e che quindi non è stato scritto in risposta alla biografia del figlio. Ovviamente non è da scartare la veridicità dell’affermazione, ma non è neanche da escludere la voglia di dimostrare come il suo comportamento e il suo atteggiamento erano condizionati da un difficile passato alle spalle, cercando, quindi, una sorta di giustificazione per il suo comportamento non esemplare. Ma davvero Mike era la vittima e non il colpevole?

Odio il tennis, lo odio con il tutto il mio cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta.” Questa l’apertura, invece, di “Open”, l’autobiografia in cui Agassi si racconta. Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2009 e arrivato in Italia due anni dopo, il libro ha riscosso un grande successo. “Open” spazia in circa 30 anni della vita di Andre, dai primi approcci con la racchetta all’ultimo match agli Us Open del 2006, intervallandosi con una serie di flashback. Un giovanissimo Agassi, su cui il padre impone una forza pressione, tanto che presto il ragazzo comincia effettivamente ad odiare il tennis. E così, alla mancanza di costanza a livello sportivo, si aggiunge un carattere ribelle e indisciplinato (abbigliamento appariscente, orecchino, capelli ossigenati). A questo seguono le sconfitte, gli infortuni, un matrimonio fallito, la bulimia… tutto questo fa crollare le poche sicurezze di Agassi che, sentendosi abbandonato da tutti, si avvicina all’alcolismo e alla droga. Ma dopo aver toccato il fondo, Andre riesce a rialzarsi grazie alla voglia di riscatto, volendo dimostrare a tutti di potercela ancora fare: ci riuscirà grazie anche alla tennista e sua futura moglie Stefi Graf, con la quale, a fine carriera, aprirà un’associazione per bambini bisognosi.

Il libro di Andre sembra un racconto a cuore aperto, perché il tennista esprime ogni debolezza, gioia, dolore e felicità vissuti nella sua carriera. In particolare è sconcertante la rivelazione di aver assunto droga ed di aver aggirato le sanzioni che l’Atp voleva infliggergli grazie ad una lettera in cui dichiarava di averla assunta inconsciamente. E’ grande e inusuale il suo coraggio, al contrario di molti altri sportivi, anche per dimostrare di aver voltato pagina e di sentirsi un uomo più forte e indipendente di prima.

I due libri sono completamente opposti, ma hanno un elemento in comune: la carriera tennistica di Andre Agassi. E’ curioso poterla vivere da due punti di vista, cercando di immedesimarsi nei panni sia del figlio, sia del padre. Ognuno da’ una propria giustificazione e spiegazione di un fatto. Il primo cerca di soddisfare le aspettative del padre, il secondo, invece, pensa di fare del meglio per fare diventare i propri figli dei vincenti nella vita e sul campo. Solo leggendo entrambi i libri si può dare un giudizio su chi abbia vinto questo ultimo e definitivo match di Agassi contro Agassi giunto ormai al tie-break.

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