30 Luglio 2015

Tassa sul picnic, “Imposta assurda”. Non è l’unica, in Maryland si paga per tirare lo sciacquone

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L’iniziativa è del comune di Gravellona Lomellina, in Lombardia, che applica una tassa di un euro sul picnic per salvaguardare la pulizia nei parchi. Scoppia la polemica tra i cittadini che chiedono in cambio almeno un sacchetto per i rifiuti. Tassa assurda? Non è sicuramente l’unica.

(chaucerfieldspicnicsociety.wordpress.com)

(Foto di repertorio – chaucerfieldspicnicsociety.wordpress.com)

L’alto tasso di inquinamento nei parchi ha portato anche a questo: la tassazione del picnic. L’iniziativa è partita dal comune di Gravellona Lomellina, in provincia di Pavia. La tassa è di un euro, di modo che il Parco dei “Tre laghi” possa rimanere pulito dopo le escursioni di turisti e residenti. A seguito di questa iniziativa si è innescata una forte polemica. Sia i cittadini che l’opposizione, infatti, hanno avuto da ridire. In primis, i cittadini chiedono, a seguito della tassa, di poter avere un sacchetto dove raccogliere i resti del picnic, mentre l’opposizione è contraria al pagamento della tassa. Nonostante le polemiche la decisione, però, è definitiva.

Il picnic una tassa assurda? Non è l’unica. La tassazione sul picnic, in quanto ad assurdità, non è l’unica a gravare sulla schiena degli italiani. Partiamo dalla nostra bandiera. Nel caso in cui un albergo o un’impresa commerciale abbia l’intenzione di esporre il tricolore, dovrà anche pagare una tassa in quanto considerata una vera e propria pubblicità. Chiunque voglia partecipare ad uno spettacolo teatrale o ad un’opera cinematografica deve prestare attenzione a non ridere in quanto l’Italia ha anche una tassa sul divertimento (ndr, diritto erariale sui pubblici spettacoli). Anche i negozianti devono stare attenti, questa volta non ai sorrisi, bensì al movimento del sole. In base all’ombra generata dalla tenda posta fuori dal negozio, infatti, devono pagare un’imposta, la cosiddetta “tassa sull’ombra”. Alla lista delle assurdità si aggiunge la tassa sui gradini: se le scalinate di casa vostra giacciono sul suolo pubblico potreste incorrere in pesanti sanzioni.

Quando si parla però di tasse ambigue l’Italia non è sola. Anche il resto del mondo partecipa alla sfida “La tassa più assurda”. In Maryland negli Stati Uniti vi è un’imposta sullo sciacquone: circa 30 dollari all’anno, più 2,5 dollari al mese per ogni singolo water a disposizione. Il motivo ufficiale è qutelare il grande estuario di Chesapeake Bay dalle eccessive acque nere prodotte ogni giorno da utenze private ed industrie locali. In Arkansas (USA) chiunque voglia modificare il proprio aspetto deve prima fare i conti con lo stato: ogni piercing e tatuaggio è soggetto ad una tassazione del 6%, con la politica molto rigida che mira a scoraggiare qualsiasi forma di alterazione corporea attuata dai cittadini locali. In California chi compra della semplice frutta fresca dai distributori automatici è soggetto ad una tassazione del 33%, mentre nel Maine (USA) è addirittura previsto un tributo pari ad un centesimo e mezzo per libra, riservato in omaggio a tutti i cittadini che lavorano, trasportano o vendono i mirtilli. Si paga per un’alimentazione sana ma anche per combattere abitudini poco salutari: per sconfiggere l’obesità della popolazione danese il governo ha imposto una tassa di 16 corone (2,14 euro) su tutti i prodotti contenenti grassi saturi, ad esempio burro e olio. A volte l’assurdità, come in quest’ultimo caso, è accompagnata dall’utilità: tassare prodotti quotidiani come burro ed olio è utile anche per stare attenti a non imbattersi nell’obesità.

A fronte dell’elenco di tasse “stravaganti” è possibile capire come il livello di assurdità fiscali in Italia e nel mondo abbia toccato livelli inaspettati. Sembra essere un rapporto direttamente proporzionale: all’aumentare delle assurdità delle imposte cresce sempre più il denaro che i cittadini sono costretti a sborsare.

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