25 Luglio 2015

La Cassazione: “Le scuole religiose pagheranno l’Ici”. La Cei: “Sentenza pericolosa”

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La Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell’Ici avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. Lo rende noto, con un comunicato, lo stesso Comune toscano. E’ una “sentenza pericolosa e incongrua”, a dirlo il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino che commenta negativamente la decisione della Cassazione.

(theconversation.com)

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La Cassazione: “Le scuole gestite da enti religiosi pagheranno l’Ici”. Con le sentenze 14225 e 14226 depositate l’8 luglio scorso, la suprema Corte ha di fatto ribaltato quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, sentenziando che, poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale, “senza che a ciò osti la gestione in perdita”. In proposito il giudice di legittimità ha precisato che, ai fini in esame, è giuridicamente irrilevante lo scopo di lucro, risultando sufficiente l’idoneità tendenziale dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio. E cioè, il conseguimento di ricavi è di per sé indice sufficiente del carattere commerciale dell’attività svolta.

Il contenzioso che vede contrapposti il Comune ed alcuni istituti scolastici paritari, è sorto nel 2010 a seguito della notifica da parte dell’ufficio Tributi di avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici, per gli anni dal 2004 al 2009. In particolare gli importi relativi alle scuole “Santo Spirito” ed “Immacolata” sono pari a € 422.178,00. La Commissione Provinciale Tributaria di Livorno aveva stabilito che l’Ici fosse dovuta, respingendo i ricorsi degli istituti. A questo punto, a seguito delle sentenze, si provvederà a notificare anche gli importi dovuti per le annualità 2010 e 2011, imponibili a fine Ici. Come spiega l’ufficio Tributi del Comune di Livorno, è da sottolineare che “questo genere di pronunciamento da parte della Corte di Cassazione è il primo in Italia sul tema specifico. Queste sentenze assumono, tra l’altro, rilievo ai fini dell’interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all’imposizione fiscale dall’anno 2012”.

“Grande soddisfazione” è stata espressa dall’Amministrazione comunale del sindaco Filippo Nogarin (M5S), perché “si tratta del riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto dagli uffici comunali i quali, con l’obiettivo di reperire risorse e lavorare per l’equità fiscale, da anni hanno avviato una linea tesa al recupero dell’elusione e dell’evasione fiscale”. La vicesindaco Stella Sorgente in proposito dichiara: “Abbiamo fatto degli incontri con le scuole interessate e l’ufficio tributi, nei quali era stata proposta un’ipotesi di conciliazione fra Comune e Istituti che sarebbe stata vantaggiosa per le scuole stesse, rispetto ad un’eventuale sentenza favorevole per il Comune da parte della Cassazione. Successivamente ci è stato comunicato dalle scuole stesse che avrebbero invece preferito attendere l’esito del giudizio in Cassazione”. “L’Amministrazione comunale è stata ringraziata per il sincero atteggiamento di apertura e dialogo dimostrato, ma non è stata accettata la proposta fatta. Pertanto, adesso che la Cassazione si è espressa con le due sentenze, le scuole sono costrette a pagare l’intero importo, comprensivo delle relative sanzioni – aggiunge Sorgente – Ci fa piacere che questa sia la prima sentenza a livello nazionale che riguarda immobili di questa tipologia, destinati ad uso scolastico, affinché sia fatta definitivamente chiarezza sulla legittimità di tali pagamenti tributari da parte degli enti religiosi”.

Per la Cei: “E’ una sentenza pericolosa e incongrua”. Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino commenta negativamente la decisione della Cassazione sugli istituti scolastici religiosi di Livorno che dovranno pagare l’Ici. “E’ una sentenza ideologica – rincara la dose monsignor Galantino -. Basta con questi tiri allargati su tutta la Chiesa. Ha ragione il professor Emanuele Rossi (ordinario di Diritto costituzionale alla Scuola Superiore di studi universitari Sant’Anna di Pisa ed esperto governativo per il terzo settore, ndr) quando scrive che ‘è come mettere sullo stesso piano una mensa caritatevole e un ristorante alla moda’”. L’ex ministro Giuseppe Fioroni, Pd, invoca l’intervento di Renzi: “Il pagamento dell’Ici, per le scuole paritarie senza scopo di lucro, interpella tutti, in primo luogo il Presidente Renzi”. “Il sistema scolastico italiano è per legge paritario, la Buona Scuola lo rafforza, ma questa vicenda fa chiudere tutte le scuole che non sono diplomifici, dalle materne alle superiori – osserva -. Si cancella la libertà di scelta, si trasformano in scuole solo per i ricchi, si genera un danno grave allo Stato, sarebbe una violazione dei diritti costituzionali, pensiamo soltanto al 40% dei bambini delle materne che rimarrebbero senza scuola. E’ una vera emergenza democratica che non può essere scaricata ne sui magistrati ne sui comuni che non chiudono i bilanci. Occorre che il governo intervenga subito e sono certo che il Presidente del Consiglio Renzi lo fara’”, conclude.

I deputati di Area popolare Garofalo, Bosco e Misuraca, che hanno presentato una interrogazione parlamentare al Miur e al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dichiarano: “Il Governo deve mantenere gli impegni presi e dire quali iniziative intende adottare per i 22 mila lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti appalti storici, 2500 solo in Sicilia, impiegati nel servizio di decoro delle scuole, senza stipendio dal mese di luglio e senza alcun ammortizzatore sociale che li sostenga”. “Il 28 marzo 2014 – spiega Garofalo – è stato sottoscritto un accordo interministeriale che prevedeva la continuità occupazionale ai lavoratori ex Lsu, interventi di decoro in oltre 7 mila plessi scolastici, grazie al progetto di riqualificazione ‘ScuoleBelle’, in più si prospettava la concreta possibilità di arrivare alla definitiva soluzione della problematica occupazionale. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica avrebbe utilizzato risorse complessive pari a 450 milioni di euro, a decorrere dal 1 luglio 2014 e sino al 30 marzo 2016”. “Nonostante l’impegno preso, tuttavia il Miur non ha provveduto, dal 1 luglio scorso, ad assegnare i finanziamenti con la conseguenza che i lavoratori sono stati sospesi dal lavoro e dalla retribuzione. E’ necessario intervenire senza ritardo – conclude Garofalo – mantenendo fede agli impegni presi, attraverso lo stanziamento dei 170 milioni per la copertura fino a marzo 2016 e, nelle more, consentendo il ricorso alla casa integrazione in deroga affinchè i lavoratori riescano ad affrontare i due mesi estivi serenamente come loro diritto”.(AGI)

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