9 Maggio 2015

Solo il 36% degli italiani usa i servizi pubblici online. Gli ultimi in Europa

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Italia tra gli ultimi in Europa per l’utilizzo di servizi pubblici on line. Soltanto il 36% della popolazione utilizza Internet per interagire con lo Stato. Sono i risultati di un rapporto di Confartigianato, dal titolo ‘Dna – Digital Network Artigiano’, durante la quale verrà presentato il “Manifesto dei nuovi artigiani del XXI secolo” che disegna l’identikit dei piccoli imprenditori dell’era digitale che non rinunciano ai valori della tradizione manifatturiera made in Italy.

(interno.gov.it)

(interno.gov.it)

Italia all’ultimo posto per l’uso dei servizi pubblici online in Europa. Il 36% degli italiani usa i servizi pubblici online: questo dato ci vede al terzultimo posto nella graduatoria dei 28 Paesi Ue, dove la media di utilizzatori di Internet per i rapporti con la Pa è del 59%. Peggio di noi fanno la Bulgaria (36%) e la Romania (17%). Secondo il rapporto di Confartigianato, i servizi online della Pa sono utilizzati dall’85% delle imprese, una quota inferiore di 3 punti rispetto alla media Europa. Ma il divario con l’Europa aumenta per alcune tipologie di servizi: per le dichiarazioni Iva e contributi in via elettronica gli imprenditori italiani sono il 33% in meno rispetto alla media dell’Ue a 28. L’invio telematico di moduli compilati vede le imprese italiane distanti di 16 punti percentuali dal resto d’Europa. Quanto poi a scaricare moduli dai siti della Pa e offrire beni e servizi il gap con l’Europa è di 4 punti percentuali.

I ritardi dell’e-gov sui servizi online. “I ritardi dell’e-gov – sottolinea Marco Nardin, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – non contribuiscono a migliorare la situazione delle imprese italiane che pagano a caro prezzo le complicazioni della burocrazia italiana: 30.980 milioni l’anno. Soltanto per le 578.947 imprese guidate da giovani si tratta di un costo annuo pari a 2.588 milioni di euro. Ci auguriamo che il Disegno di legge di riforma della Pa venga rapidamente approvato entro l’estate per poter imprimere una svolta anche sul fronte della cittadinanza digitale”.

Le lentezze nella digitalizzazione della Pa si riflettono sul basso utilizzo di Internet per compilare e spedire moduli burocratici: appena il 18% degli italiani ha usato questa modalità per ridurre il tempo in coda agli uffici pubblici. L’Europa ci batte con una media del 33% e peggio di noi fanno la Repubblica Ceca (14%), la Bulgaria (13%), la Romania (6%). Tra gli italiani che svolgono pratiche on line, prevale l’insoddisfazione per la qualità del servizio offerto dalla Pa. Il 31% di coloro che ha utilizzato Internet per interagire con gli uffici pubblici si dice deluso per 4 motivi: difficoltà di trovare le informazioni, scarsa utilità delle informazioni stesse, difficoltà a comprendere lo stato di avanzamento della pratica, difficoltà nell’utilizzo dei servizi disponibili sul sito web. (ADNKRONOS)

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