28 Febbraio 2015

Aver limitato la soglia di pagamento in contanti, non ha portato nessun giovamento all’evasione

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L’evasione fiscale non sembra essere stata influenzata dalla soglia imposta dalla legge all’utilizzo del contante, che in Italia è la più bassa d’Europa. E’ quanto emerge da una analisi elaborata dall’Ufficio studi della Cgia, che mostra peraltro come la “passione” degli italiani per le banconote reali non sia stata intaccata dalla crescente disponibilità di pagamenti digitali.

(ilgiornale.it)

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Il rapporto tra le banconote e i pagamenti digitali in Italia. Tra il 2000 e il 2012 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), a fronte di una soglia limite all’uso del denaro che è rimasta pressoché stabile fino al giugno 2008, l’evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006 per poi scivolare progressivamente fino al 2010. Se tra il 2010 e l’anno successivo l’asticella del limite al contante si è ulteriormente abbassata (passando da 5.000 e 1.000 euro), l’evasione, invece, è salita fino a sfiorare il 16 per cento del Pil, per poi ridiscendere nel 2012 sotto quota 14 per cento.

Tra i principali membri dell’Unione europea, ben 11 Paesi non prevedono alcun limite all’uso del contante. La Francia e il Belgio hanno una soglia di spesa con la cartamoneta di 3.000 euro, la Spagna di 2.500 euro e la Grecia di 1.500 euro. L’Italia e il Portogallo, invece, manifestano la situazione più restrittiva: la soglia massima oltre il quale non si può più usare il contante è pari a 1.000 euro.

L’uso del contante deriva dal fatto che in Italia ben 15 milioni di persone non hanno un contro in banca. “Il diffusissimo uso del contante è correlato al fatto che in Italia ci sono quasi 15 milioni di unbanked – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – ovvero di persone che non hanno un conto corrente presso una banca. Un record non riscontrabile in nessun altro paese d’Europa”. “Non avendo nessun rapporto con gli istituti di credito – aggiunge – milioni di italiani non utilizzano alcuna forma di pagamento tracciabile, come la carta di credito, il bancomat o il libretto degli assegni. Questa specificità tutta italiana va ricercata nelle ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali del nostro Paese”. “Non possiamo disconoscere – conclude Bortolussi – che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca. Del resto, i vantaggi economici non sono indifferenti, visto che i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia i più elevati d’Europa”. (ADNKRONOS)

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