24 Settembre 2014

Roma, dalla Social Media Week si punta ad un’Italia più digitale. Marino: “Sono uno straordinario strumento”

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Infrastrutture, formazione, piena digitalizzazione della pubblica amministrazione. Sono questi i temi cui cui si è centrata la giornata di apertura a Roma della Social Media Week, l’evento internazionale dedicato al Web, alla Tecnologia, all’Innovazione e ai Social Media, organizzato in Italia da Business International – Fiera Milano Media. Oltre 50 eventi, 180 speakers, per una full immersion nel mondo social e digitale, che coinvolge manager d’azienda, appassionati, esperti di marketing, advertising, comunicazione, media, editoria, arte, intrattenimento.

(rds.it)

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La Social Media Week di Roma. Una settimana dedicata alla Rete che, da lunedì 22 al 26 settembre, si sta svolgendo in contemporanea in 5 continenti e in città come Londra, Berlino, Johannesburg, Los Angeles, Sao Paulo, Sydney, Mumbai e, naturalmente, Roma. “In una città complessa come Roma i social network rappresentano uno straordinario strumento di prossimità con le esigenze, le aspettative, i problemi dei cittadini” ha detto il sindaco Ignazio Marino aprendo i lavori lunedì.

“I social media cambieranno il rapporto tra consumatore e impresa – grazie ai commons collaborativi e ai pagamenti digitali – o tra istituzioni e cittadini per un nuovo modello di relazione” ha aggiunto Antonio Greco, Amministratore Delegato di Fiera Milano Media, “la scarsa diffusione della banda larga penalizza la penetrazione di internet, ma emerge da una ricerca che in Italia l’uso dei social network è superiore alla media europea. Questo genera ottimismo rispetto al presente digitale, anche grazie alla diffusione degli smartphone”.

In Italia la tecnologia via cavo potrebbe essere un vantaggio per la quinta generazione. Una sfida raccolta dall’esecutivo, ha assicurato Paolo Coppola, Consigliere per l’agenda del digitale del ministero della Pubblica istruzione, specie in vista del semestre europeo a guida italiana. “L’Italia” ha detto, “deve recuperare lo svantaggio denunciato da alcuni indicatori sulle infrastrutture, legato a ragioni storiche che non hanno privilegiato determinati investimenti. Per assurdo il fatto che non sia stata privilegiata – ad esempio – la tecnologia via cavo potrebbe essere un vantaggio per la connettività di quinta generazione”.

Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, ha posto l’accento sul gap con il resto d’Europa: “25 miliardi di euro l’anno di investimenti in tecnologia: più di un punto percentuale di Pil. Renzi dice che il Paese non tornerà a crescere se non cresce l’economia digitale, ma noi diciamo che l’Italia deve uscire dal torpore digitale e per farlo serve uno slancio di entusiasmo. Servono anagrafe unica digitale, cartella clinica digitale, curriculum scolastici digitali; piccole cose che avrebbero un impatto enorme sulla vita dei cittadini e innescherebbero un meccanismo virtuoso”. (AGI)

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