10 Luglio 2014

Camorra: sequestrati beni per 100 milioni di euro a Letizia, imprenditore vicino ai Casalesi

Tempo medio di lettura: 2 minuti

Un sequestro di ben 100 milioni di euro, tra cui società, beni immobiliari ed autovetture. E’ questo il provvedimento ricevuto dall’imprenditore Alfonso Letizia, attivo nel settore calcestruzzo del casertano. Ed è la Dia di Napoli ad aver notificato il sequestro, dopo l’emissione del provvedimento da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione. Letizia è ritenuto dagli investigatori il punto di riferimento per alcuni affari con il clan dei Casalesi.

(fanpage.it)

(fanpage.it)

Il re del calcestruzzo casertano, Alfonso Letizia. Lo storico imprenditore casertano attivo nel settore del calcestruzzo, Alfonso Letizia, è ritenuto dagli investigatori il punto di riferimento del clan dei Casalesi, fazione Bidognetti e Iovine, in quanto metteva stabilmente a disposizione della famiglia camorristica i propri impianti di produzione del calcestruzzo e le proprie strutture societarie, ottenendo, a suo favore, dall’organizzazione mafiosa, l’ingresso nella lista delle aziende oligopoliste presenti sul mercato casertano. In particolare l’organizzazione imponeva sui cantieri controllati le forniture di calcestruzzo provenienti dalle loro aziende (in provincia di Caserta a partire dal 2000).

L’operazione “Il principe e la ballerina” del 2011. Letizia aveva già ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare, che era stata emessa dal gip del tribunale partenopeo su richiesta della Dda di Napoli nell’ambito dell’operazione ‘Il principe e la ballerina’, il 6 dicembre 2011. Insieme ad altre 56 indagati, è ritenuto responsabile a vario titolo di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzione e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio, reimpiego di capitali di illecita provenienza ed altro, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan dei Casalesi. In quell’occasione le indagini sono riuscite a scoprire gli intrecci illeciti del ceto politico di Casal di Principe con l’ala militare e imprenditoriale dal clan dei Casalesi, fazione Schiavone e Bidognetti, attraverso l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini: si ostacolava il libero esercizio del voto e si procuravano vantaggi ai candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni elettorali, anche tramite il condizionamento della composizione degli organismi politici rappresentativi locali. Infine, erano stati messi in luce gli enormi interessi economici consistenti l’aggiudicazione di appalti, le assunzioni di personale compiacente all’organizzazione, l’apertura di centri commerciali e alcune attività edilizie con forniture di calcestruzzo.

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

I commenti sono chiusi.

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127